Le Tavole delle colpe di Madduwatta
Il
Fascista Immaginario
Breve
scritto teatrale sulla disgregazione del vecchio mondo umano al tempo del
ministro della pubblica istruzione Letizia Moratti e dell’ennesimo governo
Berlusconi; è l’ estate del 2003.
-
Sergio:
Maestri, vittime, rivoluzione, reazione, guerra, accidenti. Quante ne abbiamo
dette. La notte è entrata nella sua fase finale, in cortile son andati via
tutti. Siam rimasti solo io e te. Occorre chiudere il nostro incontro. Il
confronto è durato molto ed è stato interessante, ma ora occorre chiudere
l’affare.
Lazzaro:
Giusto! Ecco la mia proposta, la
soluzione del tuo problema la metto qui nel libro di Rifkin. Tu al momento
della consegna mi sussurri il nome nell’orecchio. Contemporaneamente. Un
sussurro per un libro. Ci stai? E’ semplice in fondo tu ti avvicini
all’orecchio e io allungo il testo con la soluzione.
Lazzaro
mette qualcosa nel libro. Lo chiude e lo
serra fra le mani, con il capo si allunga verso Sergio aspetta che si avvicini.
Sergio si avvicina lentamente, quasi con fare disgustato. Poi scatta si
avvicina all’orecchio sussurra, il libro passa di mano. Sergio emette un
sospiro, si passa le mani fra i capelli, si concentra come se dovesse risolvere
una grave questione. Poi riprende una postura normale.
-
Sergio:
Cosa vuol dire questo?
Lazzaro:
E’ un invito per due, perché ci andremo
assieme; la donna che cerchi sarà là e presentandoti come uno che a pagamento
ha fatto l’attacchino per noi durante l’ultima campagna elettorale sarà per te
possibile avvicinare la persona che cerchi. In fondo a pagamento fai con il tuo furgoncino attività di
attacchinaggio in occasione di referendum, elezioni e così via giusto?E sui
soldi non ci sputi sopra, verdi, rossi, neri, bianchi azzurri per te sono tutti
uguali quando pagano. Quindi è credibile come fatto e utile perché potrei
presentarti come uno a cui rivolgersi per piccoli servizi di questo tipo.
Racconterò che la mia macchina ha avuto un guasto e con l’occasione tu mi hai
dato un passaggio, oppure dirò che stavo a ragionare di un lavoro di
attacchinaggio da farti fare, o chissà che cosa, lasciami fare che una scusa la
trovo. Io fingo di non sapere che tu sei il fascista immaginario e tu fingi di
essere propizio alle nostre ragioni, nessuno si accorgerà della differenza in
fondo vedo che non porti tatuaggi fascistoidi o runici e quindi non sei
identificabile a prima vista dal punto di vista politico. Poi hanno forse
colore politico i soldi che stampa la Banca Centrale Europea? In fondo se dei
banchieri e dei finanzieri privatamente si sono inventati l’euro e sono
diventati i custodi della sovranità monetaria delle democrazie e la garantiscono non si sa bene con cosa allora
io posso pensare che il tuo lavoro di affissione abusiva per conto di chiunque
paghi sia neutrale. Solo una piccola attività che fa comodo a chi non vuol
sporcarsi le mani. In un mondo ormai anormale dove una minoranza di esseri
umani accecati dall’ambizione conduce un gregge di popoli ottusi e abbrutiti
dalla pubblicità e dalle illusioni del denaro cosa sarà mai il nostro piccolo
affare. Solo l’evidenza di due tipi che conoscono il mondo e ne hanno
assaporato la pazzia, l’eccesso e la
malvagità e capiscono che devono trovare un reciproco e positivo accordo. Come
abbiamo appena fatto. Con reciproca soddisfazione mi pare.
-
Sergio:
La tua fama non è usurpata, mi costa molto pagarti il prezzo ma capisco che ne
vale la pena. Ma come mai un tipo come te va dietro a certi balordi che sognano
insurrezioni e scioperi rivoluzionari, pacifismi assurdi e redenzioni del mondo?
-
Lazzaro: Il nemico del mio nemico è mio amico, almeno finchè il nemico esiste o
è pericoloso. Quindi non posso far
finta di non vedere che molti sono contro i miei nemici sociali, politici,
antropologici, magari non sono per loro; ma non è il caso di essere contro o
finirei isolato a far opera pia di testimonianza. Così devo tollerare
eccentrici, pseudo-rivoluzionari, figli di notabili che cercano il brivido
della rivoluzione la domenica mattina e altra gente simile. Poi ci sono i miei
interessi, e quelli come me, quelli che fanno al mia lotta e con i quali sto e
che mi tengo ben stretto. Ora la
notte è quasi finita e i primi chiarori annunciano l’alba, e prima che il sole
sorga dobbiamo esser fuori di qui. Ormai siamo soli in questo palazzo vuoto. Credimi
è proprio tempo di andar via e di dividere le nostre strade e hai la mia parola
che saprò esser discreto e il nostro accordo sarà un segreto fra noi.
-
Sergio:
La tua parola non è necessaria, del resto se riveli la cosa mi rovini ma su di
te cadrà il sospetto e la rabbia di
quanti ti hanno prestato fede finora. Così va questa cosa. Usciamo.
-
Il Fascista immaginario incontrò la
donna che cercava. Il nome sussurrato all’orecchio determinò la conferma del
rettore della facoltà spiazzando i suoi rivali orientati a sinistra e dando a
Lazzaro un buon margine di manovra politica. Nell’ultima parte della notte la
coppia si divise e separatamente uscirono dal palazzo dell’Università, concluso
l’accordo le loro strade non s’incrociarono più.