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19 settembre 2016
Una ricetta precaria N.20
Ricetta precaria
20.
Venti, venti volte bischeri
L'odore
dell'estate. Quante volte torna il ricordo di vacanze felici. Magari
perché per una cosa o l'altra non ci siete neppure andati e magari
questo vi ha provocato qualche lieve disturbo epatico. Si sa che il
buon fegato subisce alcolici e farmaci, ossia il combinato tipico di
un umano in crisi o con qualche sofferenza. Magari per questioni di
lavoro, soldi, crisi di nervi, abbandono della dolce metà e cose
simili siete rimasti al caldo a dar capocciate al muro. Cosa comune
a molti, del resto, di questi tempi di crisi di senso e di
quattrini. In fondo il ritorno in vacanza è la ricerca di una pace
e di una condizione di soddisfazione, la ricerca spesso di emozioni e
luoghi già noti e frequentati. In questa penisola di solito il
ritorno sullo stesso luogo di villeggiatura ha l'odore prepotente di
un accrocco irragionevole di odori dolciastri e fruttati che cerca di
sconfiggere il caratteristico odore del mare e della pineta. Mi
riferisco alle varie miscele per abbronzature e protezione dalla
radiazione solare. Ora per ritornare sui passi perduti nello spazio e
nel tempo occorre mettere assieme odori e cibo.
Il
tempo giusto per questa
ricetta è quando l'estate è praticamente finita ma si trova ancora
qualcosa in termini di
frutta che la ricorda.
Dunque c'è bisogno di pesche, uva, popone, una o due susine, noci e
pinoli, se avete una mela buttate pure quella. Lo scopo è fare una
macedonia con qualche pretesa, per riuscire bene lavate ovviamente la
frutta e poi fatela a pezzetti non troppo grossi e buttate tutto in
una ciotola. Su un piattino avrete messo una quantità non grande di
pinoli e noci spezzate, rovesciate tutto quanto sopra la frutta. Per
il tocco finale un po' di uva passa e se c'è un bicchiere di vino
rosso per amalgamare, non affogate però la cosa nel vino sennò
farete la figura degli etilisti a tavola. Il
risultato sarà una roba strana che vi ricorderà l'uso della
macedonia e della frutta in generale nei pic-nic dei mesi di
luglio-agosto. Il vero colpo di genio per il nostalgico degli anni
passati e di tempi migliori
è di aggiungere una
fragranza al cocco mischiata
astutamente ad altri elementi dal forte odore che
ricordi l'odore un po' insolente delle varie tipologie di olio solare
e abbronzanti e affini che sono il dato olfattivo inconfondibile
delle ferie di massa sulla spiaggia libera
e popolare dove vi siete
mischiati a quella parte della gente del Belpaese che difficilmente
trova posto nell'area VIP.
Se si possiede un bruciatore
d'essenze si può arrivare allo scopo con una scelta appropriata,
altrimenti il consiglio è spalmarsi qualcosa sulla faccia. Questo
però potrebbe guastarvi le relazioni sociali se invitate della
gente, quindi il consiglio è
dotarsi di un bruciatore d'essenze. Il quale può avere il buon gioco
di attutire con odori forti l'esito disastroso delle diverse imprese
culinarie nelle quali vi cimenterete.
E
anche stavolta avrete risolto
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19 settembre 2016
Una ricetta precaria N.19
Ricetta precaria
19.
Altro numero primo.
I
fagioli che passione. Ho sempre dato per certo che il miglior
accompagnamento di una padella di fagioli fosse la salsiccia. Questo
mi ricorda una cosa della mia infanzia. Mi ricordo che ero molto
piccolo e riconobbi l'odore di salsiccia e fagioli del pianterreno, e
stavo al quarto piano. Così andai, da buon sfacciato, a disturbare
l'inquilino del pianterreno. Il fatto che fosse mio nonno mi
consentì di condividere la prelibatezza. Se devo indicare almeno un
lato positivo della mia infanzia è stato la scoperta degli odori. Mi
ricordo distintamente il profumo del rosmarino che mia nonna mi
mandava a prendere in una specie d'orticello presso un giardinetto
maltenuto. Il rosmarino era strategico per le operazioni culinarie
con il pollo arrosto o per le patate al forno. Un odore di cucina che
mi è gradito è quello del sugo per condire la pastasciutta, mi
ricordo di aver imparato a riconoscere quell'odore caratteristico.
Nel quartiere dove vivevo durante l'infanzia quest'odore si spargeva
verso le 12, magari pochi minuti prima di dover rientrare. Mi ricordo
di aver sentito anche il rumore delle stoviglie che usciva dalle
finestre delle case. Credo che pochi odori comunichino un senso di
vita domestica pari a quello del sugo al pomodoro per i comunissimi
spaghetti. In certe giornate di primavera era davvero come il
rintocco di una campana, segnava il tempo. Altro odore caratteristico
era quello di fritto di patate o il comune odore di pollo arrosto,
specie la domenica. L'odore del cibo non è mai una cosa neutrale,
racconta molto dell'essere umano. Mi capita ancor oggi di sentire
qualcuno di questi odori li associo spontaneamente alle abitudini
della tipica famiglia italiana. L'umano non è solo ciò che mangia
ma anche quel che annusa, di solito il ricordo degli odori che gli
sono familiari è un tratto caratteristico della storia di una
persona. Tornando ai fagioli mi ricordo che sono stati tante volte la
sostanza di pasti fatti di corsa e in mezzo a tanti pensieri degli
anni nei quali ero studente universitario, anni difficili. Per prima
cosa fare una ricognizione e vedere cosa c'è. Se ci sono fagioli,
sugo di pomodoro, sale, pepe e magari anche un cucchiaio d'olio e una
salsiccia si può provare a far qualcosa. Prendete una padella
tipica. Rovesciate nella padella sugo e olio, possibilmente d'oliva,
un pizzico di sale e il pepe. Fuoco basso e aspettate che si
manifesti il riscaldamento del composto a quel punto è il momento.
La salsiccia apritela a metà o fate dei buchi in modo da far
sciogliere un poco il grasso nel sugo e ovviamente mettetela nella
padella dove il sugo è già bello caldo. Per chi piace ci sta bene
anche un po' d'aglio o altro elemento che serve a dare un odore
forte. Questo dipende dai gusti. Quando avrete impressione che la
carne è cotta e gli odori si sono amalgamati rovesciate il tutto su
piatto. Accompagnate il pasto con del pane o della schiacciata perché
è nella natura della cosa, in fondo è un tegame che serve a
riempire lo stonaco e a gratificare il naso. Se vi riesce pensate
intensamente a un momento del vostro lontano passato o a qualcosa di
familiare, con due bei bicchieri di rosso la cosa sarà più facile e
avrete unito a un pasto casereccio ricordi lontani. E anche così
avrete risolto.
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