10 luglio 2016
Una ricetta precaria N.15. Notti lontane e paninari col furgone
Ricetta
precaria
Siamo a 15, tre
volte cinque
Può succedere di
notte, magari notte fonda, di spostare la macchina per via del
lavaggio delle strade e delle multe e rimozioni del mezzo. Quando è
davvero tardi il silenzio è notevole il quartiere sembra deserto,
un dormitorio, un posto di fantasmi. Questo è il momento per
ripensare agli anni andati e dissolti. Quello che sorprende è di
aver passato infanzia, preadolescenza, adolescenza, primi anni di
maturità in un Belpaese che non ha dei fini; ossia non c'è un senso
delle cose e delle diverse condizioni o comunità a cui uno
appartiene. La vita gira su se stessa e s'avvita nel sistema
produzione-consumi-spazzatura. Ideologie secolari e materialistiche,
forme di religione popolare, aspirazioni alla santità e alla
giustizia; tutto si sfalda nel tempo che scorre. In passato ci sono
state epoche dove il fine della comunità era l'obbedienza al
sovrano-sacerdote e alle divinità politeiste, nel Medioevo c'era una
piramide sociale il cui fine ultimo era imporre e far prosperare un
regno cristiano, quale che fosse, in nome di Dio e del principe del
tempo e del luogo. Questa civiltà non ha uno scopo condiviso. Ci
sono delle minoranze di ricchissimi apolidi il cui fine è diventare
ancora più ricchi piegando le leggi e le comunità e la convivenza
fra soggetti sociali diversi che compongono le diverse parti umane di
uno Stato. La realtà in cui vivo è permeata dal fatto di non avere
senso, o meglio di non avere un regno dei fini che giustifica
l'ordinamento sociale e l'esercizio del potere di una minoranza sulle
maggioranze. Questa mancanza di senso si percepisce quando il
silenzio e la notte è calata e il tumulto del giorno è spento.
Forse la periferia è privilegiata rispetto ai centri urbani, si
capisce meglio la mancanza di forma della vita quotidiana. Questa
percezione è resa nitida dall'assenza dei luoghi tipici del potere
quali palazzi nobili, grandi uffici, monumenti, rovine di tempi
lontani, luoghi che rimandano a memorie di eventi e fatti del
passato. Si è soli davanti a se stessi e al vuoto di questi anni. Il
fare tardi mi ricorda un periodo della mia vita di tardo adolescente
e quasi adulto. Da giovane ero stato un giocatore di Warhammer e
capitava di far tardi, allora poteva capitare che si facevano le
macchinate e perdenti e vincenti andavano a giro a mangiar qualcosa.
Tra le mete possibili gli ambulanti professionisti della salsiccia e
dell'hamburger alla piastra condito con le salse più improbabili.
Era un modo di riempire la notte insonne con discorsi di tutti i tipi
e va da sé sul gioco e di stare in compagnia. In un certo senso il
darsi al gioco al tavolo verde, con i pezzi, le miniature, lo
scenario e i dadi e le carte era un modo per mettere fra parentesi
per qualche ora questa realtà così fastidiosamente concreta. Una
ricetta fra le tante merita di esser presentata. Ero solito per il
panino ordinare una salsiccia o un wurstel. Una delle mie farciture
preferite era la seguente: una spalmata di ketchup, una abbondante di
maionese, tabasco quello che serve. A questo va aggiunto, a seconda
delle possibilità del paninaro di solito un ambulante in un furgone,
una o due scelte fra funghi, crauti, melanzane, cipolla rosolate alla
buona sulla piastra rovente. Mangiare calda con bevanda gassata o
lattina di birra.
E avevate
risolto
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