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27 febbraio 2010
Il giorno che Bananìa scoprì d'essere indispensabile

De
Reditu Suo - Secondo Libro
Il giorno che Bananìa scoprì d’essere
indispensabile
Il Belpaese di Bananìa aveva perso la sua
civiltà e il suo regime di ladri e di
corrotti e ricostruì se stesso in tempi
d’estrema calamità. Quando divenne consapevole d’essere indispensabile per il
consorzio umano prima di tutto alle sue
disperse genti e poi a tutta quella massa di bipedi pericolosi detti esseri
umani. Capitò che l’Impero d’Atlantide venne trascinato anche per il perverso
consiglio degli alieni della galassia d’Andromeda in una serie di guerre
rovinose con gli imperi minori, si trattava del contendersi sfere di dominio
politico ed economico sul pianeta azzurro; una cosa banale nei termini ordinari
dei conflitti fra esseri umani. Purtroppo l’imperatrice di Atlantide non era umana ma una bio-macchina senziente e
stabilì che un conflitto vasto e distruttivo avrebbe creato una civiltà nuova
fatta a sua immagine e somiglianza che sarebbe fuoriuscita dalla rovina estrema
del mondo umano precedente. Così fu e le genti di Bananìa da tempo sottomesse
alla civiltà di Atlantide in così grande
sciagura trovarono la forza di liquidare le loro sedicenti classi dirigenti di ladri
e approfittatori al soldo dello straniero e dell’alieno, questo fu possibile
perché le caste dominanti e i poteri economici criminali si erano dissolti dopo
i primi bombardamenti nucleari. Bananìa si diede un regime nuovo e le disperse
genti stabilirono di nominare i loro amministratori attraverso il sorteggio in
quanto le antiche libertà elettorali avevano creato sciami di disgraziati che
vivevano di politica alle spalle della gente e perseguivano interessi criminali. Da un regime criminal-democratico
le genti di Bananìa passarono ad una monarchia aleatoria dove il sire esercita
il potere attraverso un personale politico rappresentativo della popolazione
perché sorteggiato e non eletto. In un
pianeta azzurro ferito dalle esplosioni nucleari e dalle armi chimiche e
abbandonato da Dio le genti di Bananìa confortate da un giusto regime politico
ritrovarono se stesse e prosperarono nell’abbondanza. I molti Dei scacciati dal
Dio Unico ritornarono dai regni della morte e con invidia osservarono quelle genti un tempo tapine e disperse costruire le basi della rinascita
della civiltà e con sofferenza
indicarono ai loro cultisti e seguaci di ricostruire i loro popoli. Gli umani
dispersi e sconfortati riconobbero nella libertà e nella creatività delle genti
di Bananìa il modello e l’esempio da seguire e desiderando il possesso dei
rudimenti dell’arte, della letteratura, delle invenzioni di quel regno nuovo e
forte lo presero a modello. I Bananìani lungi da comportarsi da mendicanti e da
ladri, come nel passato pseudo-democratico, volentieri aiutarono le disperse
genti a ritrovar se stesse con quanto si era salvato della loro antica arte e
cultura. Fu così che l’imperatrice di
Atlantide vedendo perduto il suo progetto di sottomettere e ricostruire gli
umani a sua immagine somiglianza dopo
aver lasciato un deserto di disperazione e macerie si nascose nelle viscere
della terra con i suoi seguaci e le sue creature; Bananìa da terra popolata da
genti disprezzate e maledette fu lodata nei millenni a venire per la sua
liberalità e la sua generosità. Tanto riuscì a fare un cambio di regime che, da
allora, le scienze politiche sono onorate e amate dalle civilissime genti del pianeta azzurro e non son più lo strumento usato da pessimi
individui e da poteri meschini per truffare i popoli e derubare le casse
pubbliche massacrar gente inerme e inventare leggi inique e tribunali faziosi.
IANA per
FuturoIeri
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22 febbraio 2010
Il Belpaese chiede ancora miracoli e illusioni

Reditu
Suo - Secondo Libro
Il Belpaese chiede ancora miracoli e illusioni
Il Belpaese non è riuscito ad accettare la propria civiltà industriale, se l’avesse
meditata e accolta per ciò avrebbe comportamenti molto diversi, forse più
brutti ma almeno coerenti con i tempi la
situazione. Si è scaraventato in questa terza rivoluzione industriale come un
tronco trascinato dalla corrente di un fiume in piena. In particolare le classi
sociali che vivono di politica non riescono più a collegarsi con la novità dei
tempi. Hanno recepito nella stragrande maggioranza dei casi l’aspetto esteriore
della civiltà che si sta formando che è la prevalenza dell’immagine pubblica o
mediatica rispetto ai contenuti ma non le sue ragioni profonde che sono il
mettere a disposizione l’essere umano del sistema di produzione, consumo e
sviluppo. In sintesi prese dalla
necessità di aggiornare la loro attività di propaganda hanno trascurato che
nella civiltà industriale il mezzo non è solo forma ma anche sostanza e
ragione. Lo strumento è anche il contenuto perché fa passare la comunicazione dai
suoi tempi e dalle sue modalità. Del resto alcuni fatti mi suonano inquietanti
penso ad esempio al modo con il quale siamo informati sulla guerra afgana: si
tratta perlopiù di propaganda. I nostri telegiornali non passano mai le voci
critiche presenti negli Stati Uniti nemmeno per confutarle o metterle in
discussione, non ho memoria di un solo pacifista italiano laico o credente che
sia che dice la sua durante il telegiornale, sembra che Youtube con i suoi
video semplicemente non esista. Si consideri che scrivo pensando ai video, presumo
fatti dai soldati o dai giornalisti, messi in rete nei quali si vede una
guerra di nuovo tipo e non una strana attività umanitaria dalla quale arriva
ogni tanto una cassa da morto. Ritengo che l’informazione sulla presente guerra
sia un modello per capire il ritardo del Belpaese e di chi è collegato strettamente
con le minoranze al potere, al fondo di questi comportamenti c’è la visione di
un popolo italiano uguale a se stesso, avido, vecchio, impaurito, pronto a
credere a quei mezzi d’informazione che per anni l’hanno preso in giro. Io
credo che questo popolo non esista e non sia mai esistito in questi termini. Le
nostrane diversissime genti volevano essere ingannate, volevano aver pronto
l’alibi di esser state frodate da capi indegni e iniqui, la cattiva politica di
ieri e di oggi esiste perché in tanti ci lucrano sopra e interi ceti sociali
che vivono di politica lavorano con quella strana materia che è il consenso e
stanno bene. In realtà l’italiano della Repubblica ha sempre due o tre verità e
a seconda delle circostanze usa una o l’altra per far finta di essere questo o
quello a seconda dei casi. Niente di strano che un possibile e comunissimo
italiano presente ad uno spettacolo che si svolge in pubblico con dei VIP della
televisione o del cinema nello stesso
tempo mormori a denti stretti fra il suo applauso e le esclamazioni di giubilo:
“Questa gente è pagata troppo e spesso dà il cattivo esempio”. La maggior parte
degli italiani in realtà chiedono di vedere e udire miracoli ma non ci credono fino in fondo in quanto non
amano le illusioni e delle sedicenti classi dirigenti italiane da anni pensano
malissimo.
IANA per
FuturoIeri
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5 febbraio 2010
La fine prossima della Repubblica di Nessuno

De
Reditu Suo - Secondo Libro
La fine prossima della Repubblica di Nessuno
Odisseo l’eroe greco famoso per il valore e
l’astuzia ingannò per salvarsi la vita e per salvare i suoi compagni di
sventura il ciclope Polifemo mostro antropofago e nemico dell’ospitalità cara
al Dio Zeus. Quando l’essere enorme cercò di conoscere il nome del suo nemico e
truffatore per trovare chi potesse vendicarlo l’eroe rispose che il suo nome
era “Nessuno”, così il ciclope quando
chiese ai suoi fratelli di punire nessuno fu abbandonato al suo dolore perché
essi non compresero l’inganno nel quale era caduto l’empio gigante che aveva
appena dichiarato che “nessuno” l’aveva oltraggiato e mutilato.
Oggi la Repubblica italiana sta per fare quella fine
di essere abbandonata al suo destino perché non ci sono forze politiche
disposte ad accollarsi le responsabilità dei troppi fallimenti del primo vero
tentativo di dare alle difformi genti del Belpaese un regime democratico almeno
nei principi. Alla fine della Prima Repubblica si era diffusa l’illusione che
sarebbe venuto in essere un miglioramento per i ceti sociali poveri grazie al
collasso dei vecchi partiti pieni di ladri e di furbastri e alla fine del
confronto armato fra Nato e Patto di Varsavia, tutto questo è finito nel
cestino delle amare illusioni. Nulla pare essersi salvato delle migliori intenzioni
e delle belle speranze del breve biennio 1989-1990. L’egoismo sociale,
l’inquinamento dell’economia legale ad opera della criminalità organizzata, lo
sfascio della società e di ogni antica morale, le nuove guerre quasi permanenti
hanno avuto la loro vittoria schiacciante sulle troppe ingenuità di tanti umani
volenterosi e buoni ma dispersi e senza
alcuna guida. Adesso la crisi economica
trascina con sé la crisi politica e morale delle genti della penisola, tutta la
realtà italiana pare una massa informe
di rovine di convivenza civile e di speranze perdute. La Prima Repubblica defunta sotto le rovine di
Tangentopoli ha lasciato il posto ad una Seconda Repubblica che è un malvagio
amalgama di cose morte e di deformità viventi che coincide la vicenda politica
dell’Imprenditore e Cavaliere del Lavoro e Onorevole Silvio Berlusconi. Il
problema è cosa sarà della Seconda Repubblica davanti a un probabile
post-Berlusconi? Sarà forse la Repubblica di Nessuno, una realtà politica che
non ha sue ragioni e che deve appoggiarsi alla carta Costituzionale della Prima
dalla quale ci separano ormai sei decenni che sembrano sei secoli viste le mutazioni
che ha subito il Belpaese in sessant’anni. Cosa farà una simile Repubblica
davanti a gravi problemi come una guerra più dura e tragica del solito o una
crisi sociale ed economica perdurante?
Temo che alla fine di questa storia le diverse
categorie di abitanti del Belpaese faranno pubblica abiura ostentando
estraneità al presente regime politico e ai suoi valori secondo un vile, logoro
e sporco canovaccio già visto ai tempi della caduta del fascismo. La Repubblica dei partiti e poi di Berlusconi
sarà come il male che punì Polifemo per la sua malvagità diretta contro le
leggi degli Dei e degli uomini, ossia l’opera di nessuno.
IANA
per Futuroieri
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