3 luglio 2010
Un palco per il cavaliere solitario e per il vecchio maestro
De
Reditu Suo - Terzo Libro
Un
palco per il cavaliere solitario e per il vecchio maestro
Fra le cose del mio personale e
recente passato c’è stato il palco della Villa San Lorenzo a Sesto Fiorentino,
un palco molto semplice, essenziale e spartano. Quel palco di tanti anni fa mi
ricorda una delle esibizioni di Ivan Della Mea in occasione della festa del 1°
Maggio. Mi ricorda anche l’esibizione del Judo club del compianto Maestro Ivo,
quella nel quale per una volta eravamo sul palco e non all’aperto. Fu una cosa
diversa dalle re perché c’era poco
pubblico e quel poco era venuto per noi d allora Ivo presentò semplicemente quel
che veniva fatto ordinariamente in palestra, il quotidiano delle sue lezioni,
la banalità del riscaldamento, del provare le tecniche, delle cadute era
l’oggetto dell’esibizione. Perché si svolgeva su un palco dedicato alle
manifestazioni pubbliche e quindi era una vera e propria esibizione. Io ero uno
di quelli che con gli altri allievi mostrava
il banale di una lezione di Judo spiegata a parenti, amici, e qual che curioso
di passaggio. L’idea di presentare il banale, frutto un po’ del caso e del fatto
che i presenti perlopiù ci conoscevano, mi pare ancor oggi a distanza di tanto
tempo davvero ben fatta: è relativamente facile stupire e intrattenere il
pubblico con lo straordinario, non tutti riescono a farlo con l’ordinario. L’ordinario
era in questo caso l’insegnamento del maestro che aveva un concetto alto del
suo Judo e pensava questa disciplina allo stesso tempo sportiva e marziale come
un fatto integrale di educazione e formazione della personalità. Su quello
stesso palco cantò anche Ivan e da buon cavaliere solitario che con la sua
chitarra e la sua voce cantava le lotte
e le speranze dei lavoratori e degli sfruttati dal sistema con i suoi accordi e
la sua voce faceva la sua lotta. Un essere umano davvero poco comune Ivan che
usava il suo talento canoro e i suoi mezzi artistici per rappresentare la
protesta e le speranze degli sfruttati, degli umili, degli emarginati e cantava
tutto questo a modo suo da comunista
anomalo venato di spirito libertario. Sia il maestro che il cavaliere con la
chitarra hanno svolto parte della loro attività a Sesto Fiorentino e entrambi
sono morti nel 2009, la vicenda terrena dei due si è almeno in un caso per un brevissimo tempo svolta nello stesso
luogo. Un palco solo quindi per il
cavaliere solitario armato di voce e chitarra e per il maestro di arti marziali
e la sua scuola, un oggetto unico che associa nella mia mente il ricordo di due
uomini così lontani e diversi che son vissuti nello stesso tempo.
IANA per FuturoIeri
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