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13 giugno 2010
Dibattere, discutere, pensare, trovare, capire
12 Giu, 2010
Impero, Oligarchia e Democrazia
Una traduzione di Franco Allegri per Empolitica su Nader

Impero, Oligarchia e Democrazia
01/03/2010
Di Ralph Nader
I 2 principi gonfiati di Impero e di Oligarchia portano il nostro paese
verso uno stato profondamente corporativo, di fatto non compatibile con
democrazia e regno della legge.
Ancora una volta il New York Times offre ai suoi lettori l’evidenza.
Nel suo numero del 25 Febbraio 2010, 2 pagine di fatti confermano questo
deterioramento implacabile a spese di tanta gente innocente.
La storia principale dimostra che il tipo di speculazione massiccia – il
capitalismo da casino una volta detto Business Week – in derivati
complessi è ancora forte e sfrutta il debole e il senza potere che paga
il conto finale.
Titolato “Banks Bet Greece Defaults on Debt They helped Hide”,
l’articolo scuote anche i lettori induriti dai racconti dell’avarizia e
dell’abuso di potere.
Ecco l’inizio dello scritto: “Le scommesse di alcune banche che
aiutarono la Grecia a coprire i suoi debiti crescenti ora spingerebbero
velocemente la nazione alla rovina finanziaria”.
“Ripetendo il tipo di commerci che rovesciarono da vicino l’American
Insurance International Group /AIG/, l’assicurazione a popolarità
crescente contro il rischio del default greco rende più duro per Atene
la raccolta del denaro che le serve per pagare i suoi debiti: secondo i
mercanti e gli amministratori del denaro”.
“Tali contratti, detti credit-default swaps, di fatto permettono a
banche ed hedge funds di lucrare sull’equivalente finanziario di un
allarme incendio di tipo 4: il crollo di un’impresa, o nel caso della
Grecia, un paese.
Se la Grecia non onorasse i debiti, i titolari questi swaps faranno
profitto.”
“E’ come fare un’assicurazione anti incendio sulla casa del vicino –
create un incentivo ad incendiare la casa”, disse P. Gisdakis, capo
della strategia del credito all’UniCredit di Monaco.
Questi credit-default swaps incrementano “il rischio sistemico” temuto
che prolifera finché non tocca le spalle di contribuenti, lavoratori e
risparmiatori che pagano il conto.
E se la Grecia cadesse, Spagna, Portogallo o Italia potrebbero essere il
prossimo e la globalizzazione porterebbe gli effetti rapaci della
speculazione avventata sulle nostre rive.
La Grecia entrò nel guaio finanziario per una varietà di ragioni, ma è
stato dimostrato che Goldman Sachs e altre grandi banche le insegnarono,
per onorari generosi, come nascondere la vera condizione finanziaria
statale. L’avarizia al lavoro.
Notate due punti.
Questi derivati sono contratti che riguardano centinaia di miliardi di
dollari ed essenzialmente non sono regolamentati. Di fatto tali
transazioni non sono tassate, diversamente dalla tassa sul valore
aggiunto europea su manufatti, acquisti all’ingrosso e al dettaglio.
L’assenza di restrizioni governative produce la depredazione illimitata.
Come dissero gli investitori astuti nell’economia reale: “quando il
denaro per la speculazione sostituisce quello per l’investimento,
l’economia reale soffre insieme alla gente”.
Ricordate il collasso di Wall Street del 2008 e chi paga per il grande
aiuto di Washington.
L’altra storia dimostra che la Presidenza è divenuta un Imperio
regolato fuori dalla legge e dalla responsabilità verso i cittadini.
Il Times riferisce “quanto lontano la C.I.A. abbia esteso la sua guerra
segreta straordinaria oltre la cintura tribale montagnosa e in
profondità nelle città periferiche del Pakistan”.
Lavorando con la controparte segreta pachistana, la C.I.A ha avuto
qualche copertura per fare quello che voleva nel realizzare “dozzine di
raid attraverso tutto il Pakistan l’anno passato”, secondo il NY Times.
“Guerra Segreta” è stata una frase applicata molte volte in tutta la
storia della C.I.A., anche se all’inizio l’agenzia era stata creata dal
Congresso, proprio dopo la 2° Guerra Mondiale, per riunire i servizi,
non per impegnarsi in operazioni letali in tutto il mondo.
Senza il freno congressuale o delle corti federali, i Presidenti dicono
che possono dare e danno l’ordine ai subordinati di andare ovunque nel
mondo, penetrare in ogni paese: se solo dicono che è necessario
sequestrare e distruggere per quella che credono sia la sicurezza
nazionale.
I cittadini americani all’estero non sono esclusi.
Sopra la legge e oltre la norma spiega il tipo di illegalità che i padri
della nostra costituzione aborrirono in Re Giorgio e limitarono nella
separazione dei poteri del nostro paese.
Poiché i fondatori non avrebbero tollerato che il Presidente fosse
accusatore, giudice, giuria e carnefice, misero la dichiarazione di
guerra e le autorità delle assegnazioni nel Congresso.
Sia il Presidente G. W. Bush che Barack Obama credono di avere una
discrezione sfrenata per impegnarsi in qualsiasi atto coperto o palese.
Questa è una definizione d’Impero che disprezza la legge internazionale e
più di un trattato che gli Stati Uniti aiutarono a scrivere e
firmarono.
“Forniti” con lontani e mortali tecnologie come i droni che volano sopra
Pakistan e Afganistan grazie ad operatori in Nevada, molti civili sono
stati uccisi, inclusi quelli alle feste matrimoniali e nelle case.
Nondimeno, ha portato 15.000 soldati (USA e Afgani) con gli armamenti
più moderni ad occuparsi di trecento guerrieri Talebani a Marja i quali
con molti altri Afgani, per varie motivazioni, ci vogliono fuori dalla
loro nazione.
L’ex Marine Combat Captain Matthew Hoh descrisse queste ragioni nella
sua dettagliata lettera di dimissioni lo scorso autunno.
(http://www.huffingtonpost.com/2009/10/26/matthew-hoh-resigns-state_n_334840.html)
Il consigliere alla sicurezza nazionale di Obama, il generale in
pensione J. Jones stimò in circa 100 gli uomini di Al Qaeda in
Afganistan, gli altri sarebbe migrati in altri paesi.
Ed uno potrebbe aggiungere, quelli la cui migrazione ha incrementato i
loro numeri perché si considerano come combattenti per espellere gli
invasori stranieri.
Perciò molti osservatori capaci hanno fatto questa riflessione:
l’occupazione militare alimenta le insurrezioni e crea le condizioni per
maggiori arruolamenti e mutilazioni
Persino la gente della sicurezza nazionale e militare di Bush ha
concluso questo.
La gente americana deve capire che il suo governo avventato e i
contrattisti aziendali depositano quantità di vendetta nelle regioni
occupate che potrebbe tornare a perseguitarci.
Abbiamo più da perdere dal disprezzo della legge internazionale che dai
terroristi suicidi che reagiscono a quello che credono sia il terrorismo
statale occidentale contro il loro popolo e il passato storico
dell’occidente fatto di dittature che opprimono la loro popolazione.
L’Americano non fu scelto per i Re e le loro attività militari
fuggiasche.
Quanto è tragico che noi siamo arrivati a questo impero fortificato così
detestato dai padri fondatori e previsto in anticipo dal duraturo
discorso di commiato di George Washington.
Dove è il “We the People”?
—-
Tradotto il 6 giugno 2010 da F. Allegri per Futuroieri. Per approfondire
visita il sito http://digilander.libero.it/amici.futuroieri e cercare
anche il suo diario sulla crisi.
TESTO IN INGLESE
Empire, Oligarchy and Democracy
01/03/2010
By Ralph Nader
The twin swelling heads of Empire and Oligarchy are driving our country
into an ever-deepening corporate state, wholly incompatible with
democracy and the rule of law.
Once again the New York Times offers its readers the evidence.
In its February 25, 2010 issue, two page-one stories confirm this
relentless deterioration at the expense of so many innocent people.
The lead story illustrates that the type of massive speculation - casino
capitalism, Business Week once called it - in complex derivatives is
still going strong and exploiting the weak and powerless who pay the
ultimate bill.
Titled “Banks Bet Greece Defaults on Debt They Helped Hide,” the article
shocks even readers hardened to tales of greed and abuse of power.
Here are the opening paragraphs: “Bets by some of the same banks that
helped Greece shroud its mounting debts may actually now be pushing the
nation closer to the brink of financial ruin.”
“Echoing the kind of trades that nearly toppled the American Insurance
International Group /AIG/, the increasingly popular insurance against
the risk of a Greek default is making it harder for Athens to raise the
money it needs to pay its bills, according to traders and money
managers.”
“These contracts, known as credit-default swaps, effectively let banks
and hedge funds wager on the financial equivalent of a four-alarm fire: a
default by a company, or in the case of Greece, an entire country.
If Greece reneges on its debts, traders who own these swaps stand to
profit.”
“It’s like buying fire insurance on your neighbor’s house - you create
an incentive to burn down the house,” said Philip Gisdakis, head of
credit strategy at UniCredit in Munich.
These credit-default swaps increase the dreaded “systemic risk” that
proliferates until it lands on the backs of taxpayers, workers and
savers who pay the price.
And if Greece goes, Spain or Portugal or Italy may be next and
globalization will eventually bring the rapacious effects of mindless
speculation to our shores.
Greece got into financial trouble for a variety of reasons, but it was
widely reported that Goldman Sachs and other big banks showed them, for
generous fees, how to hide the country’s true financial condition.
Avarice at work.
Note two points.
These derivatives are contracts involving hundreds of billions of
dollars and are essentially unregulated. These transactions are also
essentially untaxed, unlike Europe’s value added tax on manufacturing,
wholesale and retail purchases.
The absence of government restraints produces unlimited predation.
As astute investors in the real economy have said, when money for
speculation replaces money for investment, the real economy suffers and
so do real people.
Remember the Wall Street collapse of 2008 and who is paying for the huge
Washington bailout.
The other story shows that the Presidency has become a self-driven
Empire outside the law and unaccountable to its citizens.
The Times reports “how far the C.I.A. has extended its extraordinary
secret war beyond the mountainous tribal belt and deep into Pakistan’s
sprawling cities.”
Working with Pakistan’s counterpart agency, the C.I.A. has had some
cover to do what it wants in carrying out “dozens of raids throughout
Pakistan over the past year,” according to the Times.
“Secret War” has been a phrase applied numerous times throughout the
C.I.A’s history, even though the agency was initially created by
Congress right after World War II to gather intelligence, not engage in
lethal operations worldwide.
Unrestrained by either Congress or the federal courts, Presidents say
they can and do order their subordinates to go anywhere in the world,
penetrate into any country, if they alone say it is necessary to seize
and destroy for what they believe is the national security.
American citizens abroad are not excluded.
Above the law and beyond the law spells the kind of lawlessness that the
framers of our constitution abhorred in King George and limited in our
country’s separation of powers.
Because our founders would not tolerate the President being prosecutor,
judge, jury and executioner, they placed the war-declaration and
appropriations authorities in the Congress.
Both Presidents George W. Bush and Barack Obama believe they have
unbridled discretion to engage in almost any overt or covert acts.
That is a definition of Empire that flouts international law and more
than one treaty which the United States helped shape and sign.
Equipped with remote and deadly technologies like drones flying over
Pakistan and Afghanistan by operators in Nevada, many civilians have
been slain, including those in wedding parties and homes.
Still, it is taking 15,000 soldiers (U.S. and Afghan) with the most
modern armaments to deal with three hundred Taliban fighters in Marja
who with many other Afghans, for various motivations, want us out of
their country.
Former Marine Combat Captain Matthew Hoh described these reasons in his
detailed resignation letter last fall.
(http://www.huffingtonpost.com/2009/10/26/matthew-hoh-resigns-state_n_334840.html)
Mr. Obama’s national security advisor, Ret. General James Jones
estimated that there are about 100 Al Qaeda in Afghanistan with the rest
migrating to other countries.
And one might add, those whose migrate are increasing their numbers
because they cast themselves as fighting to expel the foreign invaders.
So many capable observers have made this point: occupation by our
military fuels insurgencies and creates the conditions for more recruits
and more mayhem.
Even Bush’s military and national security people have made this point.
The American people must realize that their reckless government and
corporate contractors are banking lots of revenge among the occupied
regions that may come back to haunt.
We have much more to lose by flouting international law than the
suicidal terrorists reacting to what they believe is the West’s state
terrorism against their people and the West’s historical backing of
dictatorships which oppress their own population.
American was not designed for Kings and their runaway military pursuits.
How tragic that we have now come to this entrenched imperium so loathed
by the founding fathers and so forewarned by George Washington’s
enduring farewell address.
Where are “We the People”?
Tags: afganistan,
crisi, crisi
dei titoli, crisi di borsa, crisi greca,
democrazia,
guerra, guerra
afgana, guerra segreta, impero, Nader, oligarchia,
Ralph
Nader
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Il passato ha reso evidente il fallimento o comunque
il termine di grandi civiltà e dei loro ordinamenti sociali. La rovina di re,
tiranni, despoti ha causato di riflesso la catastrofe del sistema politico e
civile da loro gestito o peggio costruito. L’uomo dell’Antico Regime,
l’Italiano pseudo-romano del fascismo, l’ariano nazista, l’uomo sovietico e il
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politici del passato abiurati e defunti. Il problema che è di fronte agli umani
di questi tempi è il comprendere di qual
natura possa essere questo umano nuovo che si formerà nello sviluppo della
terza rivoluzione industriale, perché è evidente che la trasformazione crea le
sue forme di civiltà e i suoi soggetti umani che ne sono vittime e, per così
dire, attuatori perché vivono, lavorano e operano in quelle determinate
condizioni politiche e sociali. Cosa prenderà l’uomo della Terza Rivoluzione
industriale dal sistema sociale e politico che lo vede vittima e attuatore? Provo
ad osservare il sistema e il suo prodotto umano. Il denaro è il sistema ed è la
ragione della maggior parte delle azioni degli umani, quindi l’antica fede verrà sostituita dal culto del
denaro. Le antiche patrie sono di scarso peso nell’identità del sistema e pertanto
l’uomo cercherà di realizzare una vita simile al modello di vita veicolato
dalla pubblicità che tratta i prodotti e i servizi di lusso dedicati ai ricchi.
L’uomo modellato dal sistema sarà estraneo a qualsiasi principio lavorista,
alla solidarietà umana o alla fratellanza, egli deve raggiungere il successo
sociale ed economico e non ha tempo per valutare le conseguenze delle sue
azioni. Quindi le campagne umanitarie ed ecologiste a cui, forse, partecipa
sono esercizi di farisaica ipocrisia. L’umano modellato dal sistema presente di
produzione e consumo sarà quindi irresponsabile verso se stesso e gli altri e
di conseguenza avrà una memoria storica e personale estremamente malleabile e
confusa. Non ha bisogno di esser parte di una storia comune ad altri milioni di
umani come lui, la sua storia è la pubblicità politica, commerciale, e la
propaganda militare e aziendale. Ciò che crede è relativo, parziale,
circoscritto a interessi particolari, lui stesso non crede in senso assoluto ma
adotta un strategia opportunistica: ciò che è bene coincide con l’interesse di
qui e ora. Il sistema tende a creare ghetti sociali sulla base di ragioni di
censo o di appartenenza etnica, quindi l’umano che sarà creato dal sistema sarà
razzista o autoritario o entrambe le cose assieme, ma nello stesso tempo sarà
servile e benevolo verso colui che sfoggia i segni del successo e della
ricchezza aldilà delle origini di gruppo, di casta, di cultura di costui. L’umano
in questione ha un grosso limite: può vivere solo in questo sistema al di fuori
di esso può essere individuato e messo in condizione di non nuocere con le
buone o le cattive; se il sistema presente di produzione e sviluppo cadesse in
disgrazia egli verrebbe travolto o sarebbe costretto a reinventarsi in una
nuova forma. L’umano della terza rivoluzione industriale si stava formando
quando una serie di cose impreviste come le nuove guerre, l’immigrazione di
masse di disperati dal sud del mondo, la
crisi finanziaria globale e i limiti ecologici e materiali dello sviluppo lo
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IANA per FuturoIeri
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