28 settembre 2009
Rat-Man nei panni di Harlock: quando non basta la Parodia
La valigia dei sogni e delle illusioni
Rat-Man nei panni di Harlock: quando non basta la
Parodia.
La vita è
difficile. Scriverò qualcosa che a molti non suonerà bene. Ma credetemi, così è
giusto.
Il Rat-Man
numero 74 di Leo Ortolani si è indirizzato stavolta a colpire con la sua
parodia l’opera del maestro giapponese Leiji Matsumoto. Si tratta di un
rispettoso pestaggio cartaceo fatto usando con il suo personaggio di punta:
Capitan Harlock. L’impianto della cosa è geniale: si prende di mira il celebre
Capitan Harlock, e si badi bene solo quello della serie del 1978 contro
Raflesia, disegnandolo come il suo Topaccio vile, orbo, scemo, balordo e
scimmiesco; Ortolani va oltre la figura del pirata spaziale e allarga la
sua satira per prendere pesantemente in giro anche i manga per ragazze
inserendo nella parodia anche una figura femminile, sedicente transessuale, che
cerca di distogliere Rat-Man dalla sua interpretazione fantozziana di Harlock
per immetterlo nel loro fumetto per ragazze sull’orlo della chiusura. Si tratta
di una botta a tutto ciò che è, ed è stato, l’universo fumettistico e
artistico del Matsumoto il quale si forma, fra l’altro, come autore di fumetti
per ragazze.
Alcune
invenzioni di Ortolani sono notevoli e meritano ammirazione fra le tante citerò
Rattock che abbandona per quarantadue volte di fila la sua astronave per paura
delle aliene donne-pianta, Rattock che viene rigirato come un vecchio calzino
dalla Regina nemica al suo primo incontro, e la scena formidabile nella quale
il protagonista del fumetto si affaccia da una vignetta per contemplare il suo
pubblico constatando con sorpresa di essere letto da tanti affezionati. Inoltre
c’è da sottolineare che la presa in giro s’estende alla serie animata e alle
famosissime musiche che la caratterizzano. Il riferimento va sempre alla serie
classica del 1978, infatti Rat-Man/Harlock può scegliere come colonna
sonora nello spazio o una musica dolce e triste o le tele-prediche di
Radio-Maria. Il topastro, ovviamente, si sintonizza su Radio-Maria con una
radio antidiluviana. Questo numero 74 è un buon lavoro e una dissacrazione ben
confezionata.
Qualcosa
però non va.
Primo:
Harlock è sempre in coppia con Tochiro uomo o con Tochiro-Computer, anche nella
serie classica. Ortolani elimina questo fatto e si dimentica perfino della
piccola Mayu su cui ruota tanta parte della vicenda del Pirata Spaziale.
Secondo:
Ortolani non ha colpe in questo, sembra un tipo che ha cervello e talento, ma è
troppo facile prendere in giro la colossale industria dell’animazione e del
fumetto giapponese quando non si ha nulla di equivalente. E’ un fatto che la
cultura popolare giapponese veicolata dai Manga, come vengono chiamati, è uno
strumento potentissimo per favorire le esportazioni giapponesi, anche di beni e
prodotti non direttamente collegabili ai fumetti; lo stesso potere politico
s’interessa di questo settore industriale con forti ricadute culturali,
economiche e di soft-power. Alle volte si ha la sensazione, lo scrivo da
lettore di fumetti, che vi sia nel fare satira e nel citare gli autori
giapponesi una sorta di rivalsa, di invidia mal celata, che si sfoga nella
presa in giro e nel ridicolizzare. In sintesi si tratta di un complesso
d’inferiorità fantozziano, ormai caratteristico delle genti del Belpaese, e che
evidentemente s’estende anche al settore animazione e fumetti.
Forse in
questo caso è da citare come difesa d’ufficio del maestro nipponico quella
frase del celebre Fantozzi che in cura dallo psicologo della ASL chiede come
può uscire dal complesso d’inferiorità. Il medico davanti a una folla di
curiosi risponde che:”Lei non ha un complesso d’inferiorità. Lei è inferiore!”.
IANA per
FuturoIeri
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