5 marzo 2013
Diario Precario Dal 27/2 al 2/3
Data.
Dal 27/2 al 2/3
Note.
Lezioni fino a venerdì.
Grande
impegno portare a Verona delle ricostruzioni in scala con i pezzi dei Wargame
il fronte orientale negli anni 1943-1945. Una questione privata di volontaiato culturale.
Scale
dei pezzi 5 mm, 15 mm, 1/72, 54 mm
Allestimento
mostra a Verona di storia e modellismo.
Difficoltà
varie, superate con fantasia e volontà. Tutto si è composto in un contesto
didattico-ludico. Le cartine geografiche, le immagini, i disegni delle divise e
delle armi, le illustrazioni, e poi i pezzi sul tavolo hanno fatto il loro
effetto.
Anni
di studio e pratica anche disordinata nella pittura con gli acrilici hanno dato
buoni frutti. Comunque.
Considerazioni.
L’Italia
è in piena tempesta post-elettorale. Alla Fiera di Verona ho sentito dei
discorsi sulla crisi che sostenevano che molti operatori e negozianti hanno
rinunciato quest’anno a partecipare all’evento, essendo nuovo della cosa non so
che dire. Comunque sono contento, anni e anni di studio e pratica sulla pittura
con i colori acrilici e la mia competenza nella storia militare della Seconda
Guerra Mondiale mi hanno permesso di dare una mano all’allestimento di quella
che credo esser stato l’angolo
dichiaratamente storico-didattico della mostra. Da anni mi son convinto che nel
Belpaese non c’è interesse diffuso per la storia militare e per la geo-politica
perché queste due discipline universitarie vengono comunicate male al grande
pubblico o peggio sono un fatto culturale che riguarda gruppi ristretti di
appassionati o addetti ai lavori. Eppure guerra e dominio su mercati, risorse,
popolazioni, beni sono il quotidiano, il banale. L’utopia kantiana del mondo
pacificato e retto da leggi valide a livello universale è una chimera, ad oggi
la legge germanica del pugno “il forte vince e ha ragione” è la regola del
consorzio umano su questo pianeta. Le guerre costano e le grandi potenze, con o
senza ONU, le fanno per interesse e per volontà di comando e controllo su pezzi
della popolazione umana del pianeta e sulle risorse di precisi territori. Manca
nel Belpaese, per motivi storici e culturali, il senso di quanto nel XX e nel
XXI secolo la guerra e la geo-politica siano parte integrante delle agende dei
potenti plurimiliardari e dei capi dei diversi sistemi imperiali che si son
affacciati sul pianeta. Al problema culturale si somma nel Belpaese l’ignoranza
diffusa della storia recente che non è ignoranza assoluta ma spesso è un mettere
insieme suggestioni di film, nozioni scolastiche, sentito dire, informazioni
prese dai videogiochi, notizie apprese sui giornali senza criteri e talvolta
saltando la cronologia. Tuttavia presentando in modo diverso e con un forte
impatto visivo ed estetico è possibile rompere il muro dell’indifferenza e della supponenza, avvicinare gente diversa
per età, reddito e abitudini al problema della storia, della guerra o se si
preferisce al solito presentarsi del dominio dell’uomo sull’uomo. Forse un
migliaio di persone ha visto l’esposizione al padiglione 6 fatta da Romagnoli,
Barlozzetti e Nappini. Lo considero un successo e la prova che quanto fatto in questi anni può avere
un senso più alto del pezzo bello, della miniatura o del figurino storico che
poi finisce in cantina o nel ripostiglio. Ma so anche che è come scavare un
monte con pale e picconi, perché occorrono molte forze per cogliere frutti da
una simile impresa, occorre far convergere gli sforzi di migliaia di soggetti
in tutto il Belpaese che si danno da fare per far capire che si può fare un
discorso serio sulla storia e sul presente e sulle logiche di dominio e
controllo con altri strumenti e con una dimensione di rappresentazione fisica. Ragionare
e insegnare in questo senso è difficile perché molto di quel che si fa per
istruire in senso umanistico e storico oggi va perduto in un mondo caotico
dominato da un quotidiano rumoroso, da pulsioni e stimoli pubblicitari di ogni
tipo, da intrattenimenti televisivi di ogni tipo, e manco a dirlo da un sistema
di spettacolo quotidiano del potere politico lontano dall’idea di elevare la
consapevolezza di cittadini ed elettori.
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