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12 settembre 2012
Recensione - Marcione -terza parte

Il Vangelo di Marcione
Parte Terza
Marcione considerazioni personali
Limiterò le mie considerazioni
personali a tre questioni che mi hanno colpito di questa vicenda di Marcione e
della sua Chiesa parallela e dello studio effettuato dal teologo tedesco. La
prima è che essa fu stroncata anche e soprattutto dalla conversione dell’Impero
Romano d’Oriente e Occidente al cristianesimo di Stato, la seconda riguarda la
ricerca di costui di un vero e autentico Vangelo che doveva emergere dallo
studio e dalla selezione del materiale tramandato dalle diverse comunità
cristiane e la terza il fortissimo distacco dal mondo ebraico che intendeva
operare e almeno per ciò che era in suo potere portò avanti. La prima questione
è una cosa che da tempo vado meditando e che mi porta a pensare il
cristianesimo in quanto cattolicesimo come esito della dissoluzione dell’Impero
dei Cesari che lo adottarono come fede di Stato. In questo mio convincimento mi
confortano i testi di numerosi autori e una serie di considerazioni da me fatte
nel corso degli anni. I marcioniti avevano l’abitudine di cercare il martirio per mano dei pagani e
dei funzionari romani a causa del grande disprezzo che avevano per questo mondo
materiale. Quando l’Impero diventa cristiano si trovano nella scomoda
situazione di esser eretici e perseguitati dal nuovo potere che ha sposato la nuovo fede
monoteista. Pare una beffa atroce del destino che gente che si caricava di
rinunce durissime e faceva suo un rigore ascetico sia stata stroncata da quella
che è in fondo una storia di successo politico e religioso. Eppure nel
marcionismo c’è un rifiuto così forte del mondo e del male di cui pare essere
intessuto che certamente il fondatore
avrebbe visto nella cristianizzazione dell’Impero qualcosa di orrendo.
Il Cesare diventava cristiano e il suo potere terreno assumeva la forma e i
simboli di una monarchia cristiana pur lasciando non risolti sul terreno la
durezza dei rapporti sociali, la ferocia dei tempi, le pratiche brutali nella
conduzione della vita pubblica e della
guerra. Von Harnack ricorda che nella parte Occidentale dell’Impero la Chiesa
di Marcione fu ridimensionata con relativa facilità o assorbita
dalle sette gnostiche ma a Oriente ci volle più tempo e fu necessario procedere
a persecuzioni e conversioni alla fede ufficiale villaggio per villaggio. In
effetti una Chiesa che esprimeva un contrasto così forte con il mondo materiale
contrapposto a quello spirituale non poteva diventare la forza spirituale di
cui i Cesari avevano bisogno per tener assieme l’Impero minato dalla discordia interna
e dalle aggressioni esterne. Il secondo
punto che è la ricerca del Vangelo vero è addirittura se possibile più
inquietante considerando che in fondo l’eresia, se la si vuol chiamare così, ha
costretto la Chiesa a rivedere le sue testimonianze scritte e a pensare a porsi
il problema di quali Vangeli seguire. Von Harnack osserva che Marcione:” Marcione ha
combattuto solo contro un unico avversario- gli Pseudo-apostoli e gli
evangelizzatori giudaicizzanti…” ossia ha cercato di staccare cristianesimo ed
ebraismo, il suo Cristo non aveva nulla a che fare con il mondo ebraico. Mi sono
fatto l’idea, ma è una mia congettura,, che Marcione vedesse in un messia
connesso all’ebraismo qualcosa di molto materiale e territoriale, ossia un principe d’Israele
venuto a rifondare con la forza e la politica religiosa il regno davidico.
Ovvio che l’accostamento fra mondo ebraico, desideroso d’affrancarsi
dall’Impero e di rifondare il regno d’Israele, e il Messia Salvatore Universale che salvava
l’umanità da questo piano materiale in nome di un Dio straniero e mai nominato
prima per Marcione era un qualcosa d’assurdo. Quindi le divinità erano: due il
Dio Straniero e il Creatore di questo mondo materiale. Da qui la sua correzione
meditata del Vangelo di Luca e delle Lettere di San Paolo e il giudizio
negativo sul mondo ebraico. Von Harnack arrivò a scrivere: “Se Marcione fosse riapparso al tempo degli
ungonotti e di Cromwell, avrebbe incontrato nel mezzo della cristianità il Dio
guerriero d’Israele, di cui aveva orrore”.
Un problema di fede quindi, teologico che costringe i suoi nemici a
confrontarsi con i suoi testi e a pensare di dover presentare alle diverse
comunità cristiane un corpo di scritti unitario, quel che diventerà il canone per esser chiari. Il terzo punto è
in stretto rapporto con questo secondo punto e riguarda le evidenze su cui
Marcione opera per dimostrare l’incompatibilità fra Bibbia e Vangelo. Per un
vivente nel XXI secolo la situazione politico-religiosa è diversa da quella di
Marcione nella quale il popolo ebraico aveva visto la distruzione del Secondo
Tempio e la rovina dei suoi capi religiosi e politici e la dispersione o morte
delle sue popolazioni. Israele è di nuovo uno Stato militarmente potente e finora supportato dal Grande Impero
Statunitense, a partire da questo dato è per me evidente che cristianesimo
cattolico che fa riferimento alla Città del vaticano e al piccolo Stato della
Chiesa non è lo stato d’Israele. Forse anche solo per una questione di bandiere
è palese che le due fedi sono distinte e diverse. Il distacco fra mondo ebraico
e mondo cristiano in atto nel II secolo è oggi un fatto di secoli lontani.
Quello che rimane in comune è questo conservare il vecchio Testamento da parte
delle diverse confessioni cristiane. Mi pare però che esso sia un conservare e
un credere a un legame che fa a pugni con la realtà dei fatti. Cosa è davvero
il cristianesimo tolto ogni riferimento di qualsiasi carattere alla Palestina
al tempo della dinastia Giulio-Claudia e Flavia dalla vicenda del Messia Gesù?
Mi sono dato la mia risposta: “la religione dell’Impero Romano e il fondamento
culturale di quanti fra Imperi, Regni e Regimi democratici oggi esistenti
ritengono di avere dei legami culturali con quella civiltà antica”. Questo è il
punto. Senza il riferimento al mondo ebraico del I secolo il cristianesimo
potrebbe essere la sintesi religiosa di alcune famose divinità orientali in
congiunzione con i culti ispirati ai diversi messia e comparsi nei territori
dell’Impero fra I e II secolo dopo cristo. Il Cristianesimo al tempo dei Cesari pagani
aveva raccolto forze d’opposizione, le speranze messianiche del periodo e il
desiderio di una trasformazione radicale del mondo e un termine al disagio e al
male di vivere. Ad un certo punto diventò per volontà di Costantino religione lecita e favorita in molti
modi dallo stesso imperatore e con i suoi successori essa divenne la religione
di Stato, non subito ma poco per volta e non senza contrasti. Fare del Cristianesimo la religione di Stato
monoteista trasformò quanti erano pagani, eretici o seguaci di altre fedi
nemici potenziali o palesi del potere imperiale. Ovviamente il cristianesimo
doveva esser tale da poter essere la fede di tutti i popoli sottomessi ai
Cesari e ai funzionari imperiali di allora, una religione universale quindi che
non distingue fra popolo e popolo, fra città e città, fra umano e umano. In
fondo il senso politico dell’operazione di Costantino era di creare una base
culturale e religiosa comune a tutti i sudditi dell’Impero, una fede che
sostenesse un sistema imperiale in crisi militare e arrivato al limite delle
risorse e della umana sopportazione dei suoi sudditi. Come può quindi una fede
di questo tipo incontrarsi con la religione ebraica di carattere locale e nazionale presente nel Vecchio Testamento, seguendo
la ragione di stampo illuminista in
teoria tutto non può essere. Eppure questo è accaduto. La mia logica mi porta a
ritenere la vicenda storica di Marcione estremamente istruttiva, dà infatti
alla vicenda del formarsi del cristianesimo il senso di un percorso non sacro
ma umano; la comprensione del sacro assume la dimensione dell’essere umano
davanti ai suoi limiti più duri da comprendere e da accettare e alle prese con
la difficile opera di comprendere Dio. Ossia di avvicinarsi a ciò che è oltre
se stesso, ciò a cui tende con il pensiero e con l’intuizione. Spinge questo
libro a pensare alle origini remote di fatti che nel quotidiano non vengono mai
messi in discussione, a cercare da sé le risposte ai problemi d’identità
religiosa, a confrontare la fede con il fatto storico e con lo scorrere dei
secoli. Il fatto che l’opera di Marcione
sia giunta solo parzialmente e in forma frammentaria dimostra quanto opportuno
e importante sia stato il libro di Adolf von Harnack che mentre ne traccia i
possibili confini presenta anche al lettore i confini del proprio sapere intorno
alle origini del cristianesimo.
Interessante
a questo proposito è il testo di Franco Cardini, Cristiani, perseguitati e persecutori, Salerno Editrice , Napoli,
2011. Sulla chiesa di Marcione in
generale si rimanda a http://it.wikipedia.org/wiki/Marcionismo.
Adolf
von Harnack, Marcione, il Vangelo del Dio
Straniero, Una monografia sulla storia dei fondamenti della Chiesa Cattolica,
ivi, Pp.246-247
Adolf
von Harnack, Marcione, il Vangelo del Dio
Straniero, Una monografia sulla storia dei fondamenti della Chiesa Cattolica,
ivi, Pag.293
Sulla Chiesa delle origini e la sua
formazione deve aver inciso la
sconfitta del messia, sedicente ricostruttore del regno d’Israele Simon Bar
Kochba del 135 D.C .”Cfr. Corrado Augias, Mario Pesce, Inchiesta sul Cristianesimo, Come si
costruisce una religione, (Smart Collection),Mondadori, Milano, 2008, pag.103.
Per avere una parziale visione dei problemi
legati al concetto di Messia Cfr. http://it.wikipedia.org/wiki/Messia
Adolf
von Harnack, Marcione, il Vangelo del Dio
Straniero, Una monografia sulla storia dei fondamenti della Chiesa Cattolica,
ivi, Pag.319
Adolf
von Harnack, Marcione, il Vangelo del Dio
Straniero, Una monografia sulla storia dei fondamenti della Chiesa Cattolica,
ivi, Pag.133 e cfr. http://it.wikipedia.org/wiki/Nuovo_Testamento#Canone
A
questo proposito cfr. http://it.wikipedia.org/wiki/Israele
A
questo proposito cfr. Franco Cardini, Cristiani,
perseguitati e persecutori, Salerno Editrice , Napoli, 2011. pp 72-94
Occorre
per correttezza dire che questa non è l’unica spiegazione possibile, personalmente la preferisco ad altre ma questo
non attribuisce ad essa alcuna pretesa di verità manifesta. A questo proposito per
un giudizio diverso cfr. Franco Cardini, Cristiani,
perseguitati e persecutori, Salerno Editrice , Napoli, 2011. Pag.94
Cfr:
Bertrand Russell, Storia della filosofia
occidentale, TEADUE, Forlì, 1992, pag.307
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