29 maggio 2010
Uno scritto molto difficile sul non detto finora
Uno
scritto molto difficile sul non detto finora
Non vorrei esser frainteso, ma ho l’impressione che stia prendendo forma una
sorta di nuovo millenarismo, di crisi di fiducia nel futuro e in questa realtà
che si traduce in credenze di tipo magico, ufologico, New Age. Sento e
percepisco una crisi di valori e di senso tanto profonda quanto reale che
striscia fra le pieghe dei discorsi, che narra di inquietudini enormi che sono
la manifestazione di paure inconfessabili o ancestrali. Percepisco una crisi
del fatto religioso non come istituzione ma come senso profondo, come fede in
quanto tale. Ho fatto una piccola ricerca privata anche su youtube e su certi
autori, che mi ha disturbato molto, intorno a certi aspetti pseudo-religiosi
dei diversi “esperti” di alieni come von Däniken, Zecharia Sitchin, Malanga. Ho
letto le loro convinzioni come una ricerca di un qualcosa di divino e sacro non
più rintracciabile nelle forme della società contemporanea. Questa ricerca del
sacro che guarda a possibili presenze aliene nel remoto passato della terra è
indice di una crisi radicale dei valori e delle credenze e anche se finora essa
è stata limitata finora a gruppi di appassionati a temi legati all’occulto
capisco che essa è il segnale di paure sedimentate nella società industriale.
Il senso della vita è in crisi profonda nella presente civiltà perchè questo
sistema di valori premia il possesso dei beni e milioni di esseri umani sono
esclusi dalla grande festa dell’abbondanza finta o non ci credono più. Ecco che
le paure profonde e le inquietudini inconfessabili si materializzano in una
sorta di pesante attenzione misticheggiante alle teorie clipeologiche,
ufologiche e della cospirazione. Questo accade quando la civiltà è scossa dalla
crisi economica, la fede diventa un fatto politico o spettacolare, nuove potenze
imperiali emergono e la grande potenza imperiale statunitense entra in crisi. C’è
qualcosa di spaventoso nella piega che ha preso questa civiltà industriale
giunta al suo terzo tempo. Sembra, ma in qualche caso è bene togliere il
sembra, che ciò che prima era attribuito a Dio, agli angeli e ai demoni venga
attribuito di peso a forze aliene; ad esempio il concetto di matrice
creazionista, teso a mettere in discussione la teoria dell’evoluzione darwiniana,
di un atto soprannaturale che fonda la
razza umana è oggi mutato in una teoria che vuole l’umanità manipolata da
alieni, o comunque l’elemento alieno avrebbe interagito con le prime forme di
civiltà. Queste teorie non sono novità, le leggevo da pre-adolescente sui libri
di Peter Kolosimo, autore fermo nelle sue convinzioni clipeologiche e ufologiche
e nel concetto del condizionamento alieno all’inizio della civiltà umana. Le
sue teorie il Kolosimo le aveva esposte e pubblicate fin dal 1969 anno del suo
successo editoriale. Tutto questo bagaglio fra l’ufologia e la metafisica torna
prepotentemente oggi grazie a internet e ai libri e al millenarismo legato al
2012. Questo però è possibile perché la crisi di senso che attraversa la
civiltà industriale è profonda, così profonda che deve cercare teorie così
lontane e improbabili per darsi un punto di riferimento, per trovare qualche
risposta alla domanda: Chi siamo?
In questi anni c'è la novità di questo ritorno del già noto perché la
questione “aliena”, per così dire, adesso si lega a tendenze misticheggianti,
magiche o a visioni delle origini dell’umanità di matrice creazionista. In
realtà credo che dietro il mistero e il discorso su ciò che non è ancora
spiegato ci sia una inconfessabile speranza di veder chiaro dentro il senso
della vita umana e dentro il destino della propria civiltà, uno sforzo di
comprensione che un tempo sarebbe stato proprio delle divinità e dei profeti. Quindi da un certo
punto di vista l’altro deve esistere, non è solo una questione filosofico-bruniana
del ritenere ragionevole e razionale l’ammettere la vita su altri pianeti ma piuttosto un delimitare un senso e un confine alla propria
condizione umana proprio quando una serie di confini mentali e abitudini
consolidate sembrano venir meno per via dell’immigrazione, dei cambiamenti
climatici, delle nuove tecnologie che cambiano le relazioni fra gli esseri
umani; ad esempio penso ai telefonini in grado di fare foto, film, e collegarsi
in internet. Non mi ero mai reso conto di quanto profondissima e gravissima
fosse questa crisi, anzi comincio a pensare che essa segni un momento di
passaggio forse è in arrivo un terzo tempo della Terza Rivoluzione Industriale
o perfino una Quarta Rivoluzione Industriale. Il presente adesso può diventare
passato.
IANA per Futuro Ieri
|