30 settembre 2012
Diario Precario 27/09
Data. 27/09/2012
Note.
Sono al punto. Nuovo
incarico, stessa scuola. Per fortuna ho ritrovato la stessa segreteria, i
colleghi e la vicepreside dell’anno prima. Almeno posso già orientarmi. Mi preoccupa la maturità di quest’anno, sarò
molto probabilmente membro interno.
Comunque per ora inizio
morbido: una supplenza, una lezione. Eppure la sensazione è che mi aspetta un
periodo di lavoro difficile.
Considerazioni.
C’è
la cattiva abitudine in Italia di sostituire troppo spesso il mondo reale e
concreto con un mondo di fantasia, finto, sfacciatamente falso o ideologico. La
condizione reale delle scuole superiori non coincide con la fantasia delle cose
che devono essere in un certo modo, magari per finta o magari per forza. Così è
per molte manifestazioni della vita in Italia. La fantasia e l’immaginazione
tendono a sostituire le realtà scomode. Penso ad alcuni esempi:” La squadra del
cuore perde di brutto allora l’arbitro è corrotto o l’allenatore un cretino. La
realtà politica è spiacevole ecco che arrivano opposizioni politiche pronte a
regalare alle plebi elettorali il sogno della rivolta, dell’insurrezione o
dell’albero della cuccagna per tutti e senza fatica. I figli sono vagabondi e arroganti e
ignoranti, la colpa è dei docenti che non li valorizzano e delle cattive
compagnie. La sfortuna colpisce la famiglia allora c’è il malocchio, qualche
invidioso ha fatto fare la fattura malvagia al mago o a una qualche stregona di
provincia”. Manca l’assunzione delle proprie responsabilità, del resto quasi
impossibile in un sistema sociale e morale dove “ognuno è per se stesso, tutti
sono contro Dio e Dio è contro tutti”. Solo un santo, un profeta, un visionario
o chi ne possiede la potenza creativa e la chiaroveggenza può trovare le colpe
proprie e altrui e non negarle nella finzione comune e nell’autoinganno. Poi si
apre l’abisso del che cosa fare. Sembra di rivedere il mito della caverna di
Platone con il filosofo illuminato che deve ritornare nelle tenebre cavernose
per aiutare umani schiacciati da false verità e da visioni distorte e fallaci.
L’opposizione a un sistema di cose sentito come malvagio e ingiusto credo sia
simile a un sentimento di quelli forti, a suo modo è un fatto oggettivo,
concreto, reale; talvolta perfino più del denaro o del conto in banca. Quanti
sono disposti a cedere fino in fondo ai loro sentimenti, a farne una malattia,
una mania, una persecuzione di se stessi operata con le proprie mani?
Ricordare.
Si
vive una volta sola.
Forse!
Questo
è il limite d’importanza della propria esistenza e proprio questa dimensione
oggettiva impone all’esistere qui e ora di trovare il senso del proprio stare
al mondo. C’è qualcosa che è proprio del singolo nel decidere sul senso della
propria vita e in modo ordinario, banale e stupido. Cosa è per te la tua vita? Questa è la domanda da farsi davanti alle difficoltà e al
male di vivere. Poi arrivano le risposte. Magari sgradevoli, ma arrivano da sé
anche se non volute o richieste.
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