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12 luglio 2011
Le Tavole delle colpe di Madduwatta - La Recita a Soggetto: grano e vita
Le Tavole delle colpe di Madduwatta
La
recita a soggetto: grano e vita
Anno 2010 estate, nel villino di
periferia di Vincenzo si presentano di notte lo zio Francesco e lo Zio Marco Pisani
preoccupati da uno strano annuncio. I due
dopo anni si parlano di persona.
Marco: Questo è un mondo di cannibali. Banche, ufficio delle tasse, controlli
di polizia, dell’ufficio sanitario tutto sembra fatto per trasformare il
professionista e l’imprenditore in un nemico del sistema. Pensa alle donne il
fratello! Vale la vecchia battuta da caserma qui in Italia: “alla tua bella non
devi comprare fiori e cioccolatini con il salario di soldato, dagli solo il
salario”. I soldi sono la vita e sono una maledizione, quest’euro poi ci ha
mezzi rovinati. Tutto è rincarato e gli stipendi sono rimasti al palo e la
gente si è impoverita, non la puoi neppure sfruttare. Come fai a far uno
sfruttamento industriale in Euro? Userai la valuta di qualche paese disperato
che vale solo la carta su cui è stampato, ne compri qualche chilo di quelle
banconote e ci tiri su un sistema di fabbrica che produce merce da vendere in
cambio di sterline, Euro o dollari. Perché stanno nascendo fabbriche in paesi
asiatici e africani? Perché paghi la
forza lavoro con denari locali e lo Stato chiude gli occhi davanti ad eventuali
abusi. Poi chissà quanto potrà ancora
andar avanti questa storia, arriverà prima o poi lo stop. Scusate ma mi verso
un po’ di questa roba che è bella forte.
Ingegnere: Lo stop? Qui con me ho degli appunti, aspettate. Ecco! Ogni notte nascono più o meno 219.000 esseri umani che
hanno bisogno di medicine, combustibili, alimenti, servizi sociali, istruzione,
servizi, vestiario, lavoro, ecc… Ogni anno la razza umana s’accresce di ben
ottanta milioni d’esemplari. Il pianeta tale era all’età dei dinosauri e tale è
rimasto, ha delle risorse grandissime ma limitate. Acqua, aria e terra sono
risorse in parte inquinate, un terzo dei terreni agricoli sul pianeta è minacciato
dalla desertificazione o da forme d’impoverimento dei suoli, contemporaneamente
la produzione di etanolo a partire dalle granaglie per farne combustibile per
auto è aumentato, e i cereali e i vegetali non mandano avanti soltanto i motori
ma anche gli allevamenti intensivi di animali da macello. Di fatto motori e
animali da hamburger sottraggono all’alimentazione umana una parte della
produzione alimentare. Qui c’è un dato aspettate, ecco nel 2009 negli Stati
Uniti sono stati prodotti 419 milioni di
tonnellate di grano, di questi 119 sono stati trasformati in etanolo per motori. L'industria americana dell'etanolo, la più importante
al mondo, nel 2009 ha consumato grano sufficiente a sfamare 330 milioni di
persone. Questo è quanto ho ricavato consultando l’Earth Policy Institute. Me lo sono segnato. Per
me è un dato centrale. La crescita della domanda mondiale di combustibili derivati
dalle granaglie sta trasformando e le economie di intere regioni, ma ho capito
che la terra non è come una miniera di carbone e o un pozzo di petrolio, se il
terreno è mal sfruttato o se si fanno cose sbagliate e s’’impoverisce il suolo
c’è il pericolo del disastro ecologico e comunque i prezzi dei cerali saliranno
al punto da scatenare la rivolta di milioni di esseri umani nei paesi poveri
che verranno ridotti in condizioni di povertà o alla fame. Ecco una possibile
risposta ad una futura crisi petrolifera: affamare milioni d’esseri umani e
garantire profitti fantastici alle tre o quattro multinazionali che controllano
il mercato globale dei grani. Il bello è che non è alcune miscele per veicoli
fatte con l’etanolo per far andare i motori devono esser miscelate con altri
componenti derivati dal petrolio in quantità variabile a seconda del
combustibile desiderato. Mi sono chiesto come può questo andar a buon fine
quando il consumo mondiale di granaglie è passato dal 1990 al 2005 da 21 milioni
di tonnellate l’anno a 41 milioni di tonnellate l’anno. La questione è questa
aumento dei consumi, aumento della domanda, probabile diminuzione delle rese
per ettaro a livello globale risultato prezzi alle stelle, super profitti e
milioni d’affamati e forse due o tre nuove guerre a giro per l’Africa, crisi
alimentari, tensioni sociali, aumento della delinquenza e del pauperismo nel
mondo.
Francesco: Mi permetto di dire la mia: un italiano fra
la macchina e un villaggio africano o di indigeni brasiliani cosa sceglie? Sceglie
il pieno per andar a giro e far le sue cretinate di sempre credendosi un ganzo.
Invece è un povero coglione che mette in
moto una macchina di sfruttamento e di morte, solo che non la vede, non la
sente, e non puzza di scempio; questa è una forma di violenza che non esiste perché
nessuno ne parla. Quando c’erano i
comunisti di Stalin o i nazisti di Hitler era facile distinguere la strage e lo
sterminio dalle cose normali, oggi le cose normali in modo più o meno
inconsapevole producono massacri sociali e fisici. Per me nessuno è innocente
in questa vita e quindi tutti possono dirsi colpevoli e fregarsene alla grande.
Marco: Ecco lì il mio caro fratello e la sua morale: “ognuno per sé e Dio
contro tutti”. In questo sistema di civiltà industriale dove non arriva la speculazione,
la guerra civile, la sommossa, i signori della guerra arriva l’inquinamento e con
esso la fuga di milioni di umani verso le nostre coste, le nostre città, i
nostri quartieri. Siamo vittime, forse stupide ma vittime ed è nostro diritto
difenderci per quanto e come è
possibile.
Ingegnere: In effetti quest’anno l’effetto combinato dell’ondata di caldo e l’avanzata
del deserto in tante parti dell’Asia e dell’Africa ci porteranno altri episodi
tragici d’immigrazione. Del resto questi anni stanno rivelando la parte
nascosta del sistema della civiltà industriale, in troppi si erano illusi che
fossero finiti gli orrori dei due secoli precedenti, invece in nuova forma si mostrano di nuovo. Al discorso appena fatto sulla scelta
produrre per i motori o produrre per l’alimentazione umana o animale devo
aggiungere che la grande politica sostiene tutto questo, c’è bisogno di
alternative al petrolio, la situazione in Medio-Oriente e Africa è instabile e
forse qualche paese produttore è già vicino al picco del petrolio, oltre il
quale non conviene più estrarre il poco petrolio rimasto in fondo al giacimento.
Non so se sia un caso ma Stati Uniti e Brasile hanno portato avanti negli
ultimi anni delle politiche volte ad aumentare in fretta la produzione di
bio-carburanti nei prossimi due o tre anni; ma il mercato dei grani rivela una
grande verità: tutto nel sistema è merce, tutto può essere venduto e comprato
anche la vita dei popoli o l’esistenza di interi ecosistemi; con quale diritto
questo è dato? Semplice: con il vecchio diritto che si chiama legge del più
forte.
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8 luglio 2011
Una nuova traduzione di F.Allegri sulla speculazione sui grani
Scritto
da F. Allegri

LA GRANDE CRISI DEL CIBO DEL 2011*
Di Lester R. Brown
www earth-policy.org
Earth Policy Release
Plan B Update
14 Gennaio, 2011 Mentre inizia il nuovo anno, il prezzo del grano è al suo
massimo di sempre nel Regno Unito.
Le rivolte del cibo si diffondono in Algeria.
La Russia importa grano per nutrire il suo bestiame prima del pascolo di
primavera.
L’India sta lottando con un tasso d’inflazione da cibo del 18% annuo ed
esplodono le proteste.
La Cina cerca all’estero enormi quantità potenziali di grano e
granturco.
Il Messico compra i futures sul granturco per evitare aumenti
inimmaginabili per la tortilla.
E il 5 Gennaio l’organizzazione U.N. Food and Agricultural annunciò che
il suo indice del prezzo del grano a dicembre aveva superato il più alto
di sempre.
Ma mentre negli anni passati, era stato il clima che aveva causato un
picco nei prezzi delle merci, ora sono le tendenze in entrambi i lati
dell’equazione della domanda/offerta del cibo che guidano verso l’alto i
prezzi.
Dal lato della domanda, i colpevoli sono la crescita della
popolazione, della ricchezza e l’uso del grano come carburante per auto.
Dal lato dell’offerta: l’erosione del suolo, l’impoverimento
delle fonti, la perdita di terre per usi non agrari, la deviazione
dell’acqua da irrigazione verso le città, il calo della resa del
raccolto nelle agricolture avanzate, – per l’effetto serra – le
ondate di calore che seccano il grano e la fusione dei
ghiacciai montani e polari.
Questi trend climatici uniti sembrano destinati a fissare un dazio
sempre più alto in futuro.
C’è almeno una notizia buona ma debole sul lato della domande: La
crescita della popolazione mondiale, che arrivò al 2% annuo intorno al
1970, è calata sotto il 1,2% all’anno nel 2010.
Ma poiché la popolazione mondiale è quasi raddoppiata dal 1970, noi
stiamo ancora aggiungendo 80 milioni di persone ogni anno.
Stanotte ci saranno 219.000 bocche addizionali da nutrire al tavolo
della cena e molte di loro saranno accolte con i piatti vuoti.
Altre 219.000 si uniranno a noi domani notte.
Ad un certo punto, questa crescita senza fine inizia a tassare sia le
abilità degli agricoltori che i limiti delle terre della terra e le
risorse idriche.
Oltre la crescita della popolazione, ci sono ora quasi 3 miliardi di
persone che salgono sulla catena del cibo mangiando quantità più grandi
di bestiame nutrito con grano e prodotti di pollame.
La crescita nel consumo di carne, latte e uova in paesi che sviluppano
molto velocemente non ha precedenti.
Il consumo totale di carne in Cina oggi è già quasi il doppio di quello
negli Stati Uniti.
La terza causa dell’aumento della domanda è l’uso dei grani per produrre
carburante per auto.
Negli Stati Uniti, che raccolsero 416 milioni di tonnellate di grano nel
2009, 119 milioni di tonnellate andarono nelle distillerie di etanolo
per produrre carburante per auto.
Quello è abbastanza per nutrire 350 milioni di persone per un anno.
Il grande investimento USA nelle distillerie di etanolo regola lo stadio
per la competizione diretta fra le auto e le persone per la produzione
di grano mondiale.
In Europa, dove gran parte della flotta auto viaggia con carburante
diesel c’è una domanda crescente di olio diesel vegetale, principalmente
dai semi di colza e dall’olio di palma.
Tale domanda di raccolti che producono olio non riduce solo la terra
disponibile per i raccolti di cibo in Europa, guida anche la
cancellazione della foresta pluviale in Indonesia e in Malaysia a favore
delle piantagioni di palma.
L’effetto combinato di queste 3 domande crescenti è sbalorditivo: il
raddoppio nella crescita annuale del consumo mondiale d i grano da una
media di 21 milioni di tonnellate all’anno dal 1990 al 2005 ai 41 annui
dal 2005 al 2010.
Gran parte di questo alto salto è attribuibile all’orgia di investimento
nelle distillerie di etanolo negli Stati Uniti dal 2006 al 2008.
Nuovi problemi sono emersi sul lato della fornitura mentre uno vecchio
come l’erosione del suolo si è intensificato e mentre la crescita della
domanda annua di grano è raddoppiata. Si stima che 1/3 del terreno agrario del mondo stia perdendo lo
strato fertile più velocemente di quanto esso si forma attraverso i
processi naturali
– e così perde la sua produttività innata.
2 vaste aree desertiche si formano, una tra il nord est della Cina, la
Mongolia occidentale e l’Asia centrale, l’altra in Africa centrale.
Ognuna di queste fa sembrare piccola l’area desertica USA degli anni
trenta.
I satelliti mostrano un flusso stabile di tempeste di sabbia in uscita
da tali regioni, ognuna spazza milioni di tonnellate di preziosa terra
fertile.
Nella Cina del Nord, quasi 24.000 villaggi rurali sono stati abbandonati
o parzialmente spopolati mentre i pascoli sono stati distrutti dallo
sfruttamento e mentre le terre fertili sono state inondate dalla
migrazione delle dune di sabbia.
In paesi con una grave erosione del suolo, come Mongolia e Lesotho, i
raccolti del grano sono diminuiti mentre l’erosione abbassa le rese ed
eventualmente porta all’abbandono del terreno.
Il risultato diffonde la fame e la crescita dalla dipendenza dalle
importazioni.
Haiti e la Corea del Nord, due paesi con suoli erosi severamente, sono
cronicamente dipendenti dagli aiuti di cibo dall’estero.
Intanto l’impoverimento delle falde diminuisce velocemente l’ammontare
dell’area irrigata in molte zone del mondo; tale fenomeno assai recente è
dovuto all’uso su larga scala di pompe meccaniche che sfruttano l’acqua
sotterranea.
Oggi, la metà della gente del mondo vive in paesi dove l’acqua da tavola
diminuisce mentre il sovra pompaggio impoverisce le falde.
Se una falda è impoverita, il pompaggio è di fatto ridotto al tasso di
ricarico a meno che non sia una falda fossile (non reintegrabile),
allora il pompaggio finisce del tutto.
Ma presto o tardi, la perdita dell’acqua da tavola si traduce in aumento
dei prezzi del cibo.
L’area irrigata è diminuita in Medio Oriente, particolarmente in Arabia
Saudita, Siria, Iraq e possibilmente in Yemen.
In Arabia Saudita, che era del tutto dipendente da una falda fossile ora
impoverita per la sua autosufficienza granaria, la produzione è in
caduta libera. Dal 2007 al 2010 la produzione di grano saudita è caduta
di più dei 2/3.
Entro il 2012, probabilmente la produzione di grano finirà del tutto,
lasciando il paese del tutto dipendente dal grano importato.
Il Medio Oriente Arabo è la prima regione geografica dove lo spreco
delle scorte d’acqua sta diminuendo il raccolto di grano.
Ma i veri grandi deficit di acqua sono in India dove i numeri della
Banca Mondiale indicano che 175 milioni di persone sono state alimentate
con grano prodotto con il sovra pompaggio.
In Cina il sovra pompaggio da cibo a quasi 130 milioni di persone.
Negli Stati Uniti, l’altro principale produttore di grano del mondo,
l’area irrigata è diminuita in stati agricoli chiave come California e
Texas.
L’ultimo decennio ha testimoniato l’apparizione di un’altra costrizione
ancora per la crescita della produttività agricola globale: la
diminuzione del lavoro arretrato per le tecnologie non sfruttate.
In alcuni paesi avanzati a livello agricolo, gli agricoltori usano tutte
le tecnologie disponibili per aumentare la resa.
In Giappone, il primo paese a vedere una crescita sostenuta nella resa
di grano per acro, le rese per il riso sono appiattite da 14 anni.
Le rese del riso in Corea del Sud e Cina ora sono in avvicinamento a
quelle del Giappone.
Assumendo che gli agricoltori dei 2 paesi incontrino le stesse
costrizioni di quelli in Giappone, più di 1/3 del raccolto di riso
mondiale sarà presto prodotto in paesi con poco potenziale per altri
aumenti della resa del riso.
Una situazione simile sta emergendo con le rese del grano in Europa.
In Francia, Germania, e nel Regno Unito le rese del grano non aumentano
più da tempo.
Questi 3 paesi insieme sommano quasi 1/8 del raccolto mondiale di grano. Un’altra tendenza che riduce la crescita del raccolto di grano
mondiale è la conversione di terra agricola a usi non agricoli.
L’ampliamento suburbano, la costruzione industriale e la pavimentazione
della terra per fare strade, autostrade e tanti parcheggi reclamano
terre agricole nella Central Valley della California, nel bacino del
Nilo in Egitto e in paesi densamente popolati che si industrializzano
rapidamente come Cina e India.
Nel 2011, si prevede che la vendita di auto in Cina sia di 20.000.000 –
un record assoluto.
L’esperienza USA dice che per 5 milioni di auto aggiunte alla flotta di
un paese, quasi un milione di acri va pavimentato per far comodo a loro.
E la terra agricola è spesso la perdente.
Le città che crescono veloci competono anche con gli agricoltori per
l’acqua d’irrigazione.
In zone dove tutta l’acqua è stata trovata, come la gran parte dei paesi
in Medio Oriente, la Cina del Nord, gli Stati Uniti del Sud Ovest e
gran parte dell’India, il deviare l’acqua verso le città significa meno
acqua d’irrigazione disponibile per la produzione di cibo.
La California ha perduto forse un milione di acri di terra irrigata in
anni recenti mentre i contadini hanno venduto alte quantità di acqua ai
milioni di assetati di Los Angeles e San Diego.
L’aumento della temperatura rende anche più difficile l’espansione del
raccolto di grano mondiale a un ritmo sufficiente a sostenere il passo
da record della domanda.
I gruppi ecologisti hanno la loro esperienza: Per ogni aumento di 1
grado Celsius nella temperatura sopra l’ottimo durante la stagione della
crescita, noi ci possiamo aspettare un 10% di declino nelle rese del
grano.
Questo effetto temperatura sulle rese fu del tutto visibile nella Russia
occidentale durante l’estate del 2010 mentre il raccolto fu decimato
quando le temperature si alzarono molto sopra la norma. Un altro trend nuovo che minaccia la sicurezza del cibo è lo
scioglimento dei ghiacciai montani.
Questo è di particolare importanza sull’Himalaya e sull’altopiano
tibetano dove il ghiaccio sciolto dai ghiacciai aiuta non solo a
sostenere i grandi fiumi dell’Asia durante la stagione secca, l’Indo, il
Gange, il Mekong, loYangtze e il Fiume Giallo ma anche i sistemi di
irrigazione che dipendono da questi fiumi.
Senza questo ghiaccio sciolto il raccolto di grano cadrebbe
precipitosamente e i prezzi aumenterebbero di conseguenza.
E infine, a tempo più lungo, le distese di ghiaccio sciolto in
Groenlandia e Antartico Occidentale, combinatecon l’espansione termica
degli oceani minacciano di far crescere il livello del mare fino a 6
piedi durante questo secolo.
Pure una crescita di solo 3 piedi inonderebbe metà della terra del riso
in Bangladesh.
Ciò metterebbe sotto acqua pure gran parte del delta del Mekong che
produce la metà del riso del Vietnam, l’esportatore numero 2 nel mondo.
In tutto ci sono altri 19 delta fluviali che producono riso in Asia e
che ridurrebbero di molto i raccolti a causa del livello alto del mare.
L’attuale impulso ai prezzi del grano e della soia nel mondo, e ai
prezzi del cibo in generale, non è un fenomeno temporaneo.
Non possiamo più aspettare che le cose tornino alla normalità perché in
un mondo con un sistema di cambiamento climatico rapido non c’è un
normale al quale ritornare.
I tumulti di queste ultime e poche settimane sono solo l’inizio.
Non è più un conflitto tra super potenze armate pesantemente, ma
piuttosto è lo spreco delle scorte di cibo e l’aumento dei suoi prezzi –
e il tumulto politico che questo scatena – che minaccia il nostro
futuro globale.
Se i governi non definiranno velocemente la sicurezza e non sposteranno
le spese dal militare agli investimenti per il clima, l’efficienza
idrica, la conservazione del suolo e la stabilizzazione della
popolazione, il mondo, probabilmente, lotterà in futuro sia con più
instabilità climatica che con la volatilità del prezzo del cibo.
Se l’affare continuerà come al solito, i prezzi del cibo tenderanno solo
verso l’alto.
*NOTA: questo articolo apparse su Foreign Policy Giovedì 10 Gennaio,
2011.
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Lester Brown è Presidente dell’Earth Policy Institute e autore di World
on the Edge: How to Prevent an Environmental and Economic Collapse (New
York: W.W. Norton & Company, 2011).
Dati, note e fonti addizionali possono essere trovati su
www.earth-policy.org.
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Media Contact:
Reah Janise Kauffman
Research Contact:
Janet Larsen
Earth Policy Institute
1350 Connecticut Ave. NW, Suite 403
Washington, DC 20036
Tradotto da F. Allegri il 30 giugno 2011.
Franco Allegri coordina l’associazione Futuroieri, è laureato in scienze
politiche, nel 2008 riuscì a prevedere e spiegare il fallimento di
Lehman Brother prevedendo anche la data del 18 settembre, da agosto 2009
spiega il litigio tra Berlusconi e Fini adesso lavora alla sua nuova
rubrica “Wikyleaks e le nudità del re”, traduce scritti politici
dall’inglese e si occupa di economia, diritto, cittadinanza. Su Facebook
è Futuro Ieri.
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