14 maggio 2008
DONNE ITALIANE E REDDITI ON-LINE
Mala tempora, è passato il breve momento in cui l’ex ministro Visco ha fatto mettere on-line le denunce dei redditi e il popolo del Belpaese ha scoperto che macellai, ristoratori, gestori di bar vivono con introiti da povertà, poco più di mille euro al mese: quasi da chiedere il pacco alimentare delle associazioni benefiche. Ci credo che il garante si sia mosso, altro che privacy: o qui sono tutti diventati pazzi e allucinati per cui la sfacciata ricchezza di esercenti e professionisti è il frutto delle maligne allucinazioni di un demone maggiore che ci vuol male, oppure siamo in presenza di qualcosa che è oltre l’evasione fiscale. Mi chiedo perché a farsi carico del problema e in quel modo sia stato il garante e non gli accertamenti a tappeto della Guardia di Finanza. Se le cose stanno davvero come io le ho lette nei giorni passati perfino su un quotidiano moderato come “Repubblica” c’è da disperarsi per il futuro di questa Nazione. Scanso equivoci voglio precisare che non sono un ficcanaso, o un delatore condominiale, o un cacciatore di dati proibiti:sono un lettore di giornali e questo dato della povertà dichiarata è stato evidenziato in quei giorni d’ira e furore proprio dalla stampa.
E’solo una stranezza o c’è una inconsapevole volontà di distruggere la Patria da parte di minoranze, che sono protette da privilegi e dalla ricchezza acquisita, di demolire per via fiscale lo Stato e ridurlo ad una pallida ombra? Perché quella che viene evidenziata dall’articolo del giornale “Leggo” che prendo qui in considerazione non è evasione: è la morte dello Stato, non solo per il danno economico ma perché esso non è più credibile agli occhi della povera gente che si alza la mattina presto e va a lavorare. Si sa che negli ultimi dieci anni i ricchi non solo della penisola ma di tutto il sedicente “Occidente” tendono a formare un corpo separato dal resto della popolazione, a vivere in condomini blindati o in ville fuori città vigilate a vista da personale privato addetto alla sicurezza, di solito neanche vanno alle università pubbliche ma frequentano le nuove università private e i campus statunitensi e vivono sostanzialmente fra di loro, e frequentano luoghi di svago e vacanza giustamente detti esclusivi.
Non è l’uomo povero o il piccolo borghese che fa la cultura e i comportamenti collettivi, oggi sono i pochissimi ricchi e privilegiati a dettare la legge in materia, se essi onorassero la cosidetta Patria e pagassero con gioia le tasse diverrebbe per i molti un privilegio avere la dichiarazione dei redditi pubblica e on-line. Sarebbero svantaggiate le molte donne sole e con un figlio a carico che nella stragrande maggioranza dei casi se la passano male, forse per il sesso gentile, che qui nella bella Penisola è così svantaggiato, un po’ di privacy non guasterebbe. Un articolo del quotidiano Metro del 7 maggio 2008 rivela che le donne italiane “ …percepiscono uno stipendio pari al 47% rispetto a quello dell’uomo mentre le svedesi hanno un salario pari all’81% di quello maschile Nel 2008 la partecipazione delle donne al governo è del 17% ( è la stessa percentuale di posti occupati dalle donne in Bolivia) contro il 47% della Svezia…” . La statitistica è la scienza dei paradossi ma forse può in questo caso costringere molti nel Belpaese ad interrogarsi su come e dove finisce la ricchezza prodotta; è certo che la situazione presente non aiuta le donne a metter su famiglia e a dare continuità alla Nazione.
Nel titolo del quotidiano Leggo del 7 maggio 2008 si trova scritto:”Poveri commercianti vivono con 1.000 Euro”. Ecco come italiano non amo il veder confuso il mio paese con questa infelice condizione proverò quindi a scrivere questo: per la mia identità personale, e quindi privacy, vorrei che lorsignori finti poveri fossero considerati dalla maggior parte del nostro popolo come non più facenti parte del corpo nazionale e considerati per ciò che sono ossia veri e propri apolidi!
IANA per Futuroieri
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