13 dicembre 2009
La Sinistra Metfisica del Belpaese
De Reditu Suo
La sinistra Metafisica del Belpaese
Il concetto
di “Sinistra” nel Belpaese a mio modesto avviso sconfina in qualcosa di
mistico, per far prima e mettere in ordine le troppe idee e suggestioni che mi
turbano passo a considerarla
trinitaria. Il gentile lettore immagini
tre linee parallele che scorrono su un piano bidimensionale sconfinato e nero,
c’è la linea rossa che è apertamente la sinistra di chi ha una certa passione
laica per i sofferenti e gli esseri umani infelici, anche perché talvolta ne è
parte, una linea verde che è lo spirito dei tempi e la volontà di alcune
minoranze di mutare qualcosa nell’ordine costituito e la linea bianca quella
dei burocrati, dei passacarte, di chi fa mestiere e mercato della politica. La
sinistra rossa, che talvolta è venata dal nero dell’anarchia, è tendenzialmente
passionale e la maggior parte di coloro che ne fanno parte sono presi da una
sorta di commozione e di sentimento altruistico alla vista dei mali del mondo,
si tratta più che altro di una posizione morale, spesso di una questione
privata che si fa politica e diventa posizione etica. Si tratta quindi di una
posizione morale e personale che si traduce talvolta in atti concreti:
attivismo politico, petizioni, marce per la pace, proteste, azioni di
solidarietà talvolta in tempi lontani in lotta clandestina contro oppressori
forestieri o domestici. Una sinistra questa condannata nel Belpaese ad essere
derisa e tradita perché fatalmente espressione di minoranze di generosi o di
sognatori, di “poeti con la pazzia della politica” come avrebbero detto i
nostri bottegai strapaesani. Adesso i “bottegai” non possono dir più nulla o
perché son morti o perché nel frattempo
i processi di globalizzazione li hanno spazzati via assieme alla loro boria da
ignoranti e da cafoni rivestiti con panni nuovi. La sinistra verde non è verde
perché ecologista ma perché intende esser quella parte che vede l’emergere del
nuovo, la possibilità della mutazione e della presa del potere. Spesso è la
sinistra dei professionisti, dei professori veri o presunti tali, talvolta
perfino di chi è imprenditore o amministratore delegato e magari vota pure a
destra. Qualche volta la chiamo la
sinistra inconsapevole. L’essere umano di questa sinistra crede di poter
correttamente interpretare il corso storico o banalmente quello dei processi
economici o delle sue vicende private e di
poter attuare strategie e tattiche politiche volte a ricostruire la
realtà e a scavare dentro di essa la loro partecipazione alla Grande Storia o
se va male a qualche fantozziana lottizzazione di poltrone e benefici. Dopo le verdi speranze passiamo alla prosaica
linea bianca. L’umano della sinistra bianca è solitamente un contaminato dal
“centro”, ovviamente sto ragionando di un soggetto incline ai compromessi e a trovare
il suo piccolo espediente attraverso la politica; solitamente è portato alla
carriera di burocrate, di politico professionista o di raccomandato
professionale. Questa natura può non coincidere con colui che vive di politica
e attraverso la politica, si tratta di una sorta d’istinto che porta il nostro
a farsi interprete e parte del politica politicante e a replicarne in piccolo i
comportamenti farisaici, la misantropia e le fobie strane e pazze. Infine c’è
la sinistra data da coloro che non hanno mai capito di essere degli autentici
elettori di destra, ovvero di quelli che hanno proprio sbagliato collocazione
politica e morale i quali è bene che si
trovino da soli la loro linea e il loro colore. Qui auspico che ritrovino al
più presto la loro natura elettorale assieme alla loro strada politica al
seguito del Cavaliere Nero e della sua destra, o male che vada al seguito di chi
prenderà il suo posto. Altre cose ancora non le voglio scrivere, queste son già
molte e io son disgustato dai tempi presenti e dagli umani.
IANA per FuturoIeri
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