Le Tavole delle colpe di Madduwatta
La
recita a soggetto
Dove lo zio Marco e Francesco ragionano
di soldi e donne, soldi per le donne ovviamente
Anno 2010 estate, nel villino di
periferia di Vincenzo Pisani si presentano di notte lo zio Francesco e lo Zio
Marco Pisani preoccupati da uno strano
annuncio. I due dopo anni si parlano di
persona.
Marco: Non ho altro amico contro la sfortuna che
viene dall’aiutare i bisognosi e i tapini che non una massiccia dose di
egoistica liquidità. Nel senso di contante. Oggi il denaro liquido lava tutto,
anche il penalmente rilevante. E poi
come potrei…Insomma. Come potrei avere successo con le donne se non ci fossero
i soldi a tenermi a galla, a elevare la mia figura, a rendermi bello e
desiderabile.
Francesco:
Sì. In effetti le donne italiane sono
sensibili ai soldi, ai terreni, alle case, alla mobilia di lusso, al contante,
e alla macchina da signori. Se si è giovani, forti, sensibili, belli, ben dotati
di cervello ma non si hanno i quattrini le donne italiane ti ridono in faccia e
ti disprezzano. Il denaro è il centro della vita morale e civile del Belpaese e
questo solo dona fede, buona riuscita alla coppia, il rispetto degli altri.
Tutto si dissolve senza i soldi. Non è più come ai tempi del vecchio, qui
l’unico collante delle diverse genti è il proprio arido ed egoistico
tornaconto. Una femminina che non prendesse in seria considerazione la natura
intima della società in cui vive si troverebbe davanti a una certissima
povertà. Che è l’unico male.
I due si stringono in silenzio la
mano segno che ora hanno qualche convinzione intima in comune.
Marco:
Una donna, magari bella, dovrebbe sempre
aver marchiate a fuoco le tre ragioni gravi della povertà in Italia: Malattia,
Divorzio, Vecchiaia. Queste sono le gravi disgrazie. Due sono cose che arrivano
se non si son fatte prima scelte radicali come uccidersi o metter da parte un
ricco tesoretto, ma la seconda. Orrore. Essa è il frutto di un grave errore di
calcolo che produce danni a non finire e grane con avvocati e agenti incaricati
dei pignoramenti o della riscossione dei soldi. L’essere umano è manipolabile,
è una sostanza che può esser trasformata e rideterminata a piacere. Basta avere
il potere di farlo. In antico erano i profeti e i re e i principi e i cesari a
far questo. Ora sono i nuovi poteri, quelli veri e non i pupazzi che ci fanno
vedere in televisione. Banchieri, finanzieri, industriali, azionisti con
capitali nei paradisi fiscali, grandi manager finanziari che lavorano per i
nuovi imperi emergenti per singole famiglie di ricchissimi sono il nuovo
grande, assoluto, dispotico potere. Loro sono il denaro e l’invenzione del
denaro. Quindi sono tutte le donne del mondo. Perché la donna sono i soldi che
insegue, che brama, che desidera, che vuol prendere e far difendere contro
tutto e tutti al suo amante.
Marco: Non sempre, in caso di un divorzio con
molti soldi in gioco ci sono fior di avvocati del diavolo pronti a tutto.
Francesco:
Sì, dici bene. Avvocati del diavolo.
Pronti a rovinare con le calunnie costruite ad arte un buon padre per un
divorzio disonesto e fraudolento. Gente malvagia e meschina. Mica vanno a
difendere le disperate brutte e squattrinate al quale il marito violento o
ubriaco ha rotto la faccia a suon di calci, o la disgraziata di qualche
comunità straniera che è arrivata senza un soldo in ospedale con le gambe rotte
chissà da chi. Soldi. Come dar torto alle italiane che bene conoscono questo
paese e sanno bene che esse valgono solo per i soldi che possono far girare,
manipolare, indirizzare.
Marco: La legge è diventata abuso in Italia, e
ogni abuso si trasforma in legge non scritta ma concreta, in fatto banale,
ovvio; come l’aria che si respira. Se il denaro regola la vita di coppia, allora
il denaro è la coppia, il suo senso, la sua natura intima, la sua legge.
Francesco:
Sì, è così. Per questo la mia generosità
non è mai andata oltre una certa cifra messa fra il dare e l’avere. Così ho
avuto molte puttane fra le mani, nessuna moglie, nessun figlio. Almeno che io
sappia. Ma tu che la pensi come me hai messo su famiglia, passi una certa
cifra, vai a giro per vederli e poi mi fai questi discorsi giusti e buoni. Di
cosa avevi paura? Non rispondi, ti aiuto. Della morte. Perché qui tutti e tutto
spariscono. La polvere che si fa vita e storia si trasforma di nuovo in polvere
che si dissolve nel nulla, i calcoli spariscono, la realtà si dissolve. Allora
uno cede al sentimento, alla paura, alla palese evidenza della sua
disgregazione, della perdita della salute e della forza. Alla fine si convince
che è tempo di metter al mondo uno che piglia su di sé un cognome e dei beni e
della proprietà, per una finzione di continuità della propria vita o forse.
Forse a voler andar fino in fondo alle cose per urlare il suo disprezzo per una
condizione umana votata alla dissoluzione, alla degenerazione, alla rovina
personale e collettiva. Per fare figli
ci vuole una donna, ecco l’infinito ricatto, ecco tutto il segreto dell’amore:
la necessità di essere e di fingere. Io sono diventato un mentitore
professionale inseguendo le donne e questa grande illusione dell’amore.