25 aprile 2016
Una ricetta precaria per il pranzo. N.10
Ricetta
precaria
Siamo a 10 come
le dita della mano. O almeno della mia mano.
Allora, incubo
veritiero. Un bel risveglio post-incubo.
Vi ritrovate soli
come cani in un luogo d'infanzia e pre-adolesenza, in una piazzola
cercate dei funghi distinguendo i commestibili dai velenosi o
immangiabili. Alcuni nello stesso spazio cercano cibo nella
spazatura. Vi resta impressa una donna. Perchè vi ritrovate in testa
una simile cosa lo sa solo l'inconscio. Poi solo. Tutti sono andati
via o stanno scappando e il problema che resta è il ritorno,
tornare indietro, al lavoro. Fine incubo. Non male, un bel rebus da
decifrare.
Certo non è
facile spendere tanta parte della propria vita a studiare, a
insegnare, a formare per uno stipendio a detta di quasi tutti
medio-basso. Altri mestieri tipo la top model, questo risulta dagli
articoli di giornale alla voce quanto guadagnano a sfilata e dove
hanno la residenza fiscale e ordinaria macedonia di scandali, sono
molto incisivi nell'immaginario collettivo consentono a chi li
esercita di cumulare in un giorno i denari che un docente o un
ricercatore magari precario mette assieme in un anno. Del resto
neanche la sottolineatura di certi fatti discutibili e talvolta
penali che riporta la cronaca a proposito dei personaggi e delle
belle signore del mondo dello spettacolo e della moda serve a
sollevare il problema del senso e del fine ultimo dell'esistenza. I
molti vivono nel qui e ora e non c'è scopo aldilà dello stretto e
immediato presente; quindi l'ostentazione della ricchezza è la
manifestazione dell'Ultimo DIO ovvero il denaro. Questo se riportato
a livello di stipendio elargito nel settore della ricerca
universitaria magari in una disciplina scientifica è ancora più
stridente per le persone sensibili. Ma i molti non sono sensibili. I
molti che sono consumatori compulsivi e plagiati dalla pubblicità
amano perdersi nel mondo delle immagini in movimento e delle
illusioni di ricchezza, nelle favole televisive e cinematografiche.
Il quotidiano di chi vive di ricerca, insegnamento, educazione è
scisso fra il torcere le spine di ferro dell'ordinario e la lotta
contro un mondo straordinario e fantastico che è l'aspirazione dei
molti; la democratizzazione e diffusione dei mezzi di comunicazione
ha permesso di manifestare con forza quello che in altri tempi era
sottotraccia o nascosto da ideologie, religioni, fedi laiche,
dispotismo, tirannide: la scissione fra i pochi che esercitano il
potere e hanno la ricchezza e i molti che sono chiamati a costruirla
quella ricchezza gestita dai pochissimi. Quindi a risveglio avvenuto
il ricettario qui ostentato con arrogante incoscienza consiglia la
classica fetta di pane magari un po' raffermo con uno strato di
discutibile burro salato. La commistione fra l'amarognolo del
caffellatte e il salato del burro vi darà la scossa per uscire dalla
porta e tornare al lavoro quotidiano. Inflitta la fetta nella tazza
grande di un caffellatte malfatto darà come esito almeno di dare un
sapore alla mistura che consumate la mattina.
Buon lavoro! E
anche così avrete risolto
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