16 maggio 2009
Stranieri!
Il Belpaese: quarantanove passi nel delirio
Stranieri!
Le caste al
potere fanno fare la voce grossa ai loro esperti di comunicazione popolaresca e
politica c’è da vendere al popolaccio il pericolo extracomunitario, la paura del
diverso, del deviante, del soggetto alieno. Ma se ci si ferma a riflettere
nulla è più lontano dalla vita dell’uomo comune dell’esistenza di quel pugno di
miliardari e finanzieri che controllano banche, finanziarie, assicurazioni, pacchetti
azionari. In breve coloro che sono la parte umana e fisica dei poteri dominanti
sono estranei alla vita dell’uomo comune, e se si va fino in fondo osserviamo
che servono solo il Dio-denaro, non hanno qualcosa che possa riferirsi ad una
patria, sono cosmopoliti; fin dove è accolto il loro denaro lì vivono a casa
loro. Beni e servizi esclusivi, scaraventati sulle riviste patinate come le
forme del nuovo paradiso, sono la forma palese del loro essere distanti dagli
altri milioni d’esseri umani, i luoghi dove abitano sono appartati, di lusso,
spesso blindati in quartieri a parte, talvolta costruiti di recente apposta per
loro. In sintesi fra la stragrande maggioranza degli esseri umani e le
ridottissime minoranze che decidono muovendo i capitali e i pacchetti azionari cosa accadrà a quest’umanità malata
e sofferente c’è una distanza enorme, certamente superiore a quella che c’era
in un tempo remoto fra un sovrano medioevale o rinascimentale e i suoi sudditi.
Almeno un re del tempo che fu condivideva la stessa religione e lo stesso regno
dove viveva con i suoi sudditi, qui siamo al punto che una qualsivoglia
adunanza di finanzieri e di ben pagati esperti e lobbisti, apolidi e stranieri
per natura e per definizione, può decidere della vita di milioni di umani
trasferendo la produzione altrove o spostando certi investimenti, o creando per
loro specialissima avidità uno sfascio finanziario. Non c’è ad oggi una sola
ricetta credibile che metta al riparo le attuali forme di governo democratico presenti
sul pianeta azzurro dalle violenze e dalle passioni di queste minoranze di
apolidi.
Non c’è
neanche la necessaria consapevolezza di quanto siano stranieri i detentori del
potere finanziario, remoti, lontanissimi dalla vita della gente comune,
dell’operaio, dell’insegnate, del manovale, o della donna precaria nel terziario
“avanzato”, o del contadino.
Almeno questa
terribile crisi sta rivelando quanto sia strumentale e di parte questo modello
economico che concentra poteri e ricchezze nelle mani di pochissimi soggetti
privati, c’è da chiedersi fino a che punto queste minoranze vorranno attenersi
alle regole dei sistemi democratici e se non si sia già fatta strada l’idea che
altri regimi e altri poteri politici siano più credibili e più solleciti nei
loro confronti. Dopotutto la Cina Comunista è ormai la grande potenza
capitalista di questo nuovo millennio. O sbaglio?
IANA per
FuturoIeri
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