20 febbraio 2013
Diario Precario dal 12/2 al 13/2
Data.
Dal 12/2 al 13/2
Note.
Settimana
di riposo.
Niente
di particolare da registrare per ora.
Ripreso
lo studio del francese, rivisto quartiere infanzia.
Considerazioni.
Studio
e preparare le lezioni sono i fatto notevoli di questi due giorni.
Mi
pare di vivere in un momento di sospensione di senso della realtà del mio
lavoro.
Sono
passato dal Parco delle Cascine la sera per andare alla lezione di francese.
Presso il Ponte alla Vittoria son passato dalle giostre e dai baracconi del
tiro a segno chiusi, nel freddo della sera tarda, con il vento e le luci della
città e del fiume sembrava di entrare in un mondo degli spettri, una roba da
film dell’orrore. Mi sono soffermato a vedere nella semioscurità una specie di
giostra con delle astronavi, sembrava uscita dai primi anni ottanta quando in
televisione si vedevano per la prima volta dosi massicce di cartoni animati
giapponesi. Quella cosa che pareva uscire dal passato; il freddo, l’umido, il
contesto, la notte che avvolgeva il parco mi ha dato la sensazione di aver
osservato il senso della fine di un tempo in cui io sono stato e mi sono
formato. Non si è esaurita solo una parte della mia biografia ma si è consumato
il senso di un certo modo di esser stati nel Belpaese, questo il dato che ho ricavato
come in una folgorazione, per intuizione. Il mio mondo è finito e io ci sono
ancora.
Questa
settimana so per certo che chiuderà un locale dove andavo spesso dalle parti di
Ponte al Pino. Mi troverò davanti alla saracinesca chiusa. Altra prova della
sparizione di un pezzo del mio mondo, per quanto poco rilevante possa essere.
Perché
il molto denaro non può essere un metro unitario per giudicare l’esistenza
umana, oggi che la distruzione creativa del capitalismo sfascia gli ultimi
pezzi del mio piccolo mondo assieme al flusso del tempo che va devo portar
avanti questo ragionamento.
Tre
sono i motivi che mi vengono in mente.
-
Il molto denaro è strumento
privilegiato di minoranze di ricchissimi, di capimafia, di despoti e oligarchi.
-
Il molto denaro è ossessione e
dannazione per chi non nasce ricchissimo e può diventare un valore assoluto
criminogeno per i poveri.
-
Il molto denaro è una misura
artificiale e non può dar luogo a rapporti stabili nei confronti della società
umana e dell’ambiente naturale. Per sua natura è strumento di crescita di
potenza e di distruzione creativa, se usato come metro unico diventa creatore
di una sorta di guerra di tutti contro tutti e contro tutto in nome del sacro
egoismo del singolo, di gruppo, di potenza imperiale o finanziaria.
Il
molto denaro come metro non credo sia compatibile con le istituzioni
democratiche, chi ha molto denaro può con mezzi leciti o illeciti trasformare
la realtà in un senso che serve a se stesso e
alla sua causa. Senza vincoli forti i poteri finanziari e bancari
prendono in ostaggio i regimi democratici e
repubblicani e pochi ricchissimi riescono a determinare scelte
politiche, al contrario masse grandi di cittadini si vedono scavalcati da
interessi di piccolissime minoranze. I pochi riescono a governare i molti
associando a sé in modo subordinato o confidenziale i vertici delle diverse
burocrazie o delle organizzazioni politiche. Le famose lobby in fondo fanno
prevalere l’interesse dei pochi ricchissimi su quello dei molti che sono poveri
o del ceto medio. Il molto denaro se è metro e misura della società umana diventa
una forza che scardina la democrazia così come si è solito concepirla in Europa
ossia libertà associata ai diritti sociali e individuali. La forma ideale di
governo fondato sul “molto denaro” non esiste perché ogni forma di regime deve
darsi una qualche ideologia o religione con cui giustificare il suo potere e il
suo comando e controllo su esseri umani, territorio e risorse. Forse sarà
inventata di qui a breve.
|