26 maggio 2010
Io ho avuto un maestro di arti marziali
De
Reditu Suo - Terzo Libro
Io ho avuto un maestro di arti marziali
Parlare
dei propri maestri è difficile, sembra di compiere un furto e di rubare
serietà, vita e saggezza a uomini morti da tempo che non possono semplicemente smentire quel che affermi con
una telefonata o una battuta. Voglio correre il rischio e scrivere sul mio
maestro di un tempo recente ma già lontano. Il maestro è scomparso
ai primi di gennaio del 2009 quello che mi ha mostrato in vita era una lezione
di coerenza perché l’uomo, l’artigiano e
lo sportivo erano aspetti del vivere integrati nella sua persona. Ritorno con
la memoria all’ultimo periodo del suo insegnamento; molto spesso le lezioni del
maestro avevano un inizio ma non una fine.
Di solito le lezioni in un Dojo iniziano con un inchino formale e si concludono
allo stesso modo. Per alcuni mesi di fila le nostre iniziavano con il saluto
sul tappeto, poi non terminavano con il saluto di congedo. Era un po’ come se la lezione di Ivo avesse
sempre un inizio e mai una fine, come se il suo insegnamento, sempre interrotto
dal fattore tempo, dovesse rincominciare di nuovo in una sorta di continuità,
in una specie di unità ideale d’azione e di pensiero. Era qualcosa di singolare
ma in qualche modo mostrava quell’assoluta unità di cui lui era interprete. Non
c’era scissione fra Ivo artigiano, Ivo atleta, fra Ivo maestro e Ivo uomo di
tutti i giorni. La sua lezione era precisa, il suo metodo chiaro, la sua azione
coerente e generosa. Quest’unità è oggi utopia. Il suo insegnamento era certo
quello d’insegnare a lottare: ma con le regole e nelle regole, mai contro di
esse. Poi il momento del saluto conclusivo è arrivato davvero, al suo funerale
con tutti gli amici e i tanti allievi giunti da ogni dove per onorarlo. La sua
lezione era finita, l’esempio che ha dato, invece, è destinato a durare presso coloro che vorranno
far tesoro del suo insegnamento sportivo e formativo. Oggi scrivere di questi
personaggi, delle persone singolari, per onestà, coerenza, impegno tradisce la
nostalgia, l’illusione o peggio la volontà di fuggire nel trapassato remoto o
semplicemente suscita il sospetto nello sconosciuto che ascolta che colui che
parla eserciti una qualche ipocrisia farisaica. Il Belpaese è così lontano
dagli Dei e dagli Eroi e dalle grandi e sovrane passioni che in molti non possono
più capire il senso intimo di una vita, di una
causa, di una ragione profonda, di una questione di principio onesta e
filantropica. Ho avuto un maestro e questo è un piccolo
privilegio non quantificabile in cruda moneta.
IANA per FuturoIeri
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