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27 marzo 2010
Il Belpaese perso nel suo labirinto di finzioni
Il Belpaese perso nel
suo labirinto di finzioni
Le
disperse genti del Belpaese amano illudersi, in tanti cercano di apparire
diversi da come sono, credono ai cialtroni e ai ciarlatani della politica, sperano
di ricevere miracoli o di vincere a qualche miracolosa lotteria che pare esista
solo per loro. La maggior parte delle genti del Belpaese è persa in un tremendo
quanto immateriale labirinto, i problemi aspri e concretissimi delle famiglie
italiane sono lasciati ai disgraziati che li subiscono. Elencherò ora alcune
vivissime preoccupazioni che avvelenano la vita delle genti del Belpaese: la
casa con i suoi costi irragionevoli è un problema grave che ritarda i matrimoni
e spezza la serenità familiare, la disoccupazione unita alla precarietà e ai
bassi salari rallenta l’uscita dei giovani dalle famiglie, la povertà si è
diffusa e i ceti piccolo-borghesi e medi temono per il proprio tenore di vita,
il benessere, i denari e la vita allegra dei VIP spezzano inoltre l’autostima
di milioni di italiani e italiane che osservandoli sulle riviste e nei
programmi televisivi si sentono dei falliti. Milioni d’italiani si sono infilati in un
labirinto di memorie spezzate e di rimpianti, di paure, di palese incapacità a
trovare nelle disgrazie delle vita un conforto morale, spirituale, o delle
regole credibili. I partiti politici non riescono a lavorare intellettualmente
e positivamente su questo tragico aspetto della crisi, la dimensione intima non
appartiene alla proposta politica, ancora una volta contano gli interessi
costituiti, le organizzazioni, i gruppi politicamente attivi, i grandi finanziatori dei partiti e
dei leader di vario livello. La FAMIGLIA ITALIANA con i suoi dolori, le sue
aspirazioni rovinate, le sue disgrazie si è trasformata ancora una volta in una
parola delle orazioni para-religiose fin e in un lemma della retorica politica,
la famiglia concreta con la casa per il figlio che non c’è, con la figlia sempre disoccupata,
con il padre pensionato che ha bisogno di cure, e con i mille guai che capitano
è estranea a ogni rappresentazione della politica. L’unica famiglia che vedo da
anni rappresentata nella propaganda politica
è quella felice o speranzosa tipica della pubblicità commerciale. Questa
è l’entrata nel labirinto delle illusioni, delle troppe finzioni, dei troppi
discorsi e la realtà dura e concreta viene nascosta da una parte, anzi ordinariamente
oscurata. Essa può esser di nuovo visibile solo presso certi siti come quello
di Beppe Grillo o in alcune trasmissioni televisive talvolta oggetto di dure
polemiche e censure. Il labirinto delle
false immagini e delle illusioni ha una seconda pesante conseguenza: non
permette di capire la differenza fra il vero e il falso e di conseguenza non
offre soluzioni ai grandi problemi di natura collettiva, l’incapacità di
distinguere diventa incapacità di pensarsi e di capire questa realtà per ciò che
è e non per ciò che finge d’essere. Vengono così ricercate nel labirinto
mentale delle illusioni e delle memorie distorte quelle cose che rassicurano il
singolo, che danno un qualche sollievo o aiutano a ridurre la complessità del
presente a poche formule elementari o a tre o quattro stereotipi vecchi di
trenta o quarant’anni. Occorre coltivare l’abitudine a far strage delle
illusioni, a leggere la realtà nel suo quotidiano formarsi e disfarsi senza
coltivare comode interpretazioni che forse rassicurano ma non aiutano. La cura
per uscire dal labirinto è quindi amara ma necessaria e forse più semplice del
previsto; in fin dei conti quando ciò che rassicura e che dà una visione del
mondo umano e naturale si rivela cosa fallace e fonte di errori e cattive
interpretazioni non c’è nulla di male a lasciarsela dietro le spalle.
IANA per FuturoIeri
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22 settembre 2009
Mondo antico e oggi nel tempo di qui e ora
La
valigia dei sogni e delle illusioni
Mondo
Antico e oggi nel tempo del qui e ora
Alle
volte esser parte di una lunga storia legata ad una penisola nel mezzo di un mare
che mette in contatto di tre continenti, precisamente Europa, Asia (attraverso
il Medio - Oriente), Africa, impedisce di lasciarsi andare completamente alla
follia e al divertimento forzoso del sistema della comunicazione – spettacolo e
della pubblicità. Proprio il tempo remoto e morto afferra il tempo vivo di
questi ultimi due anni, con la sua nera ombra semina dubbi sulle reiterate e
ossessive pretese di questo sistema di produzione-commercio e consumo d’essere
potente e indistruttibile. Le macerie di cose vecchie e morte lasciate da re e
imperatori antichi, che affermavano di esser tali per diritto divino o
addirittura divinità, ammoniscono le persone assennate a considerar
criticamente l’analoghe affermazioni dei nostri leader finanziari e politici e
dei loro esperti di essere infallibili. Questa pretesa è presente ancor oggi,
anche adesso che tutto sembra dimostrare l’iniquità e la disonestà del sistema
economico e finanziario mondiale. A differenza del mondo antico su di essi è
caduta una fortuna non da poco: la stragrande maggioranza degli esseri umani
oggi vive per il qui e ora, quindi non può porsi il problema di quanto possa
durare questo sistema e se quanto da loro operato nel corso della vita avrà un
qualche possibile futuro. Non sto parlando d’artisti o letterati persi in sogni
di gloria accademica o economica, parlo dei progetti minimi di tanti uomini e
donne che hanno a che vedere con il fare una famiglia, del vivere in coppia, del
costruirsi un proprio lavoro o una professione.
Quando
fra molto tempo tutto questo presente osceno sarà storia e sarà una cosa morta
solo allora si potrà tirare una pietosa linea che reca sotto di essa il dare e
l’avere. Credo che alla fine di tutto le genti diverse del Belpaese, alla cui
sopravivenza nonostante tutto credo fermamente, saranno severissime nel
giudicare negativamente queste due Repubbliche; l’unico merito che potrà avere
questo sistema sarà quello di non poter più esser modello per nessuna cosa nel
futuro. Anzi ad esser sincero credo proprio che le popolazioni della penisola
attueranno una vera e propria abiura del proprio passato, ben più decisa e
pesante di quella già fatta a suo tempo rispetto al fascismo e alla monarchia. Alla
fine, fra chissà quanto tempo il qui e ora diventerà ricordo, memorie sbiadite,
polvere di cose morte da tempo, ciò che qui è sarà tutto assieme a ciò che è
finito; sarà una massa informe di cose nate male e trasformate in disgrazie su cui
cadrà un triste oblio intessuto d’astio.
Il
mondo antico con le sue miserie, le sue ingiustizie, le sue paurose follie
comunque riuscito a ritagliarsi un
piccolo margine di dignità, il suo ricordo non appare sempre negativo o
evocatore di cose scellerate, le sue macerie anzi fanno sembrare quei secoli
remotissimi ben più gloriosi e nobili della loro antica realtà, almeno per quel
che è dato sapere.
Molto
probabilmente questi decenni lasceranno ai posteri quale testimonianza del
genio che ha animato la Repubblica gli stadi di calcio, a quel punto auspico che
siano stati destinati ad altra utilità. Oggi, del resto, senza i divertimenti
di massa da tempo il consenso a denti stretti ostentato dai molti verso questo
sistema politico ed economico si sarebbe dissolto aprendo la strada ad ogni
genere di vibrate proteste e contestazioni. Chi ha il potere non ama esser
disturbato dalle moltitudini bisognose, quindi è utile per i detentori del
potere riempire gli stadi, spendere nelle squadre del cuore, fare televisione
mostrando donnine dalle belle gambe e dalle scollature generose, commuovere il
pubblico con bandiere, riti solenni, adunanze patriottiche. Poi tutto questo finirà…
IANA
per FuturoIeri
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