24 febbraio 2010
La Seconda Guerra Mondiale degli altri

De
Reditu Suo - Secondo Libro
La Seconda Guerra Mondiale degli altri
Se
è difficile scrivere della Seconda Guerra Mondiale in Italia, è difficile anche
scrivere di un film che ne mostra un aspetto poco noto e portatore di dubbi e
di nuove considerazioni. Quasi per caso e a pezzi su Youtube ho potuto vedere
qualcosa di un film sulla guerra in Italia fatta dalle truppe francesi golliste
al seguito delle forze armate Statunitensi. Sto prendendo in considerazione il
film nominato in lingua inglese Days of Glory del 2006, in francese è noto
sotto il nome di “Indigènes” il regista è Rachid Bouchareb. Si tratta della
storia di una forza armata di Marocchini, Tunisini, Marocchini e montanari del
Nord-Africa arruolati nella Prima Armata Francese che combatte sul Fronte di
Montecassino in Italia, in Francia del sud e infine in Alsazia-Lorena ai
confini della Germania. A onor del vero queste truppe nel Belpaese si son fatte
una fama tremenda, del resto secondo un vecchio giudizio e pregiudizio le genti
d’Italia amano considerare come liberatori solo gli Statunitensi che erano una
delle tante forze che combattevano il Nazi-Fascismo nel Belpaese nel periodo
1943-45. L’immagine dello statunitense in divisa e elmetto che regala Coca-cola e cioccolata ai bambini,
vera o falsa che sia, è per così dire
quella alla quale s’affezionano le genti del Belpaese. Gli altri Marocchini,
Inglesi, Greci, Nepalesi, Maori, Sudafricani, Neo-Zelandesi, Polacchi, Brasiliani
e quanti altri ora sul momento non ricordo, sono poco considerati o dimenticati
da una certa retorica ufficiale e da una certo modo di pensare la Seconda
Guerra Mondiale. Del resto a onor del vero c’è da dire che le truppe francesi
che sfondarono le difese tedesche e aggirarono la posizione di Montecassino
erano proprio quelle di cui si racconta nel film in una cruda scena di
combattimento ed esse ricavarono dalla campagna d’Italia una fama sinistra di
violenza gratuita contro le popolazioni civili e i prigionieri. Occorre precisare che questa triste fama è
stata sfruttata dalla pubblicistica della Repubblica Sociale molto attenta alle
paure fondamentali della piccola borghesia italiana e in particolare al terrore che suscita il diverso, anche in
quanto negro o magrebino, e il comunista ateo in quanto distruttore della
proprietà privata dei ricchi. Quel che considero interessante tuttavia è
l’emergere della guerra degli altri, ossia di coloro che non sono parte di un
certo modo stereotipato e retorico di descrivere le vicende belliche della
Seconda Guerra Mondiale; i quali peraltro hanno anche pagato con la vita la
loro partecipazione al conflitto. Credo che fra non molto anche nel sonnolento
Belpaese si aprirà, fra l’indifferenza generale delle diverse popolazioni che
lo compongono, il problema della cultura
degli altri che non sono affatto delle pagine bianche ma recano con sé le loro
ragioni e i loro modi di vivere anche in materia di storia comune. Le genti del
Belpaese si son illuse: hanno chiesto braccia e badanti e son arrivate intere
famiglie e son qui per restare o per poco tempo o per generazioni e portano la
loro storia e la vicenda umana; questo film ne è la dimostrazione.
IANA per
FuturoIeri
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