19 dicembre 2013
Si fa presto a dire scuola: tagliare dove il filo è più corto?
Si fa presto a dire scuola: tagliare dove il filo è più corto?
Ricapitolo i fatti per quel che sono: il Ministero e
il ministro di centro-sinistra stanno organizzando una curiosa sperimentazione
che è la presa delle misure per ridurre il liceo di un anno e tagliare altri
40.000 posti di lavoro nel settore. Il
fatto è noto al pubblico come agli esperti del settore. Al termine della mia
riflessione presento una scelta dei molti scritti comparsi sulla rete sul
ponderoso tema. Tuttavia a titolo strettamente personale descrivo quel che si
chiama un leggerissimo sospetto con un proverbio chiaro e sintetico:” il filo si taglia dove è più corto”. Per fare tagli di cassa dei governi e
dei gruppi dirigenti possono far diverse scelte. Una è la meno inquietante sul
piano elettorale: “tagliare dove le forze sociali e lavorative colpite possono mettere in campo minori
ritorsioni politiche e rivendicazioni sindacali e atti che tolgono voti e
consenso”.
Questo mi pare sia il caso della scuola in quanto essa
è frammentata in tante realtà lavorative e sociali. Basti pensare che esistono
scuole materne, elementari, medie e superiori con il loro personale, le loro
esigenze, i loro problemi. A livello poi di personale che lavora nella scuola
esso è diviso in ambiti di lavoro diversissimi. C’è il personale ATA (i vecchi bidelli per capirsi) , il personale
di segreteria, i docenti, i vicepresidi, il dirigente scolastico che un tempo
era denominato preside, il personale che
si occupa di laboratori e aule computer, e altro ancora…
Per esempio in un liceo può far parte dello stesso
consiglio di classe riunito per uno scrutinio un supplente con la prospettiva
di una supplenza breve, un professore con incarico annuale magari precario da
dieci o dodici anni, un docente che ha vinto un concorso nel millennio scorso (ossia nel 1999),
un docente prossimo alla pensione. Questa frammentazione aiuta a indebolire il
momento della rivendicazione e della protesta sindacale e rende facile attuare
tagli nel settore o intervenire sulla scuola. Aggiungo poi che i sindacati
nella scuola sono più di uno e non è scontata la collaborazione fra essi. Non
vedo un disegno diabolico nel trasformare e tagliare sulla scuola, o se c’è
esso è il frutto di convergenze e d’opportunismo, piuttosto vedo la solita
politica neoliberale tipica della destra statunitense che vede nello Stato che
si occupa di sociale e di collettività il problema e nel privato la soluzione.
Dal momento che sul sociale si deve tagliare ecco che la scuola appare come un
terreno dove forze disperse si prestano ad esser colpite separatamente. Nulla
di strano. In tempi come questi dove fra le forze politiche non c’è un terreno
di valori di natura collettiva e comunitaria condivisi e stabili la politica
tende a pensarla alla maniera della sofistica e ai colpi bassi e a considerare
la volontà della maggioranza o del più forte la legge legittima. Usando un
facile paragone mi permetto di scrivere che: “La corda della scuola è strappata
in più punti. Si taglia facile. Basta recidere dove i fili sono più sottili”.
Riporto alcune fonti per provare le basi oggettive
della mia riflessione:
http://www.repubblica.it/scuola/2013/10/23/news/ministro_carrozza_d_il_via_al_liceo_di_4_anni_si_risparmierebbero_1_380_mln_di_euro-69238917/
http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=12706
http://www.flcgil.it/scuola/docenti/corsi-di-riconversione-su-sostegno-per-i-docenti-appartenente-ad-insegnamenti-in-esubero.flc
http://www.corriere.it/scuola/13_dicembre_01/riforma-cicli-liceo-quattro-anni-316bbfb2-5a6b-11e3-97bf-d821047c7ece.shtml
http://www.partitodemocratico.it/doc/262587/liceo-di-4-anni-carrozza-e-puglisi-perch-no.htm
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