18 marzo 2013
Diario Precario 13/3
Data.
13/3/2013
Note.
Avanti
con il programma.
Prime
verifiche scritte.
Umore
nero, vedo un mondo intorno a me tendente al peggio e al volgare.
Giornate
piovose, umide, tristi.
Considerazioni.
Ogni
giorno porta con sé una diversa pena, una difficoltà nuova, uno spunto per
cadere nello sconforto se non peggio. Capisco che in Italia molti esseri umani siano
sospesi fra l’odio incurabile e patologico contro tutto il mondo e qualche
nemico di turno e la pigrizia annoiata espressa dal lasciarsi andare dalle
illusioni della pubblicità commerciale e degli spettacoli d’intrattenimento.
In
questi giorni devo considerare uno scritto di Giuseppe Giaccio che commenta
l’ultimo libro di Alain De Benoist sulle condizioni disgraziate della finanza
internazionale e sulle sue conseguenze funeste a livello globale. C’è molto di
vero quando afferma che i soggetti davvero critici e ostili rispetto al sistema
dei consumi, della finanza, della concentrazione della ricchezza e del potere
politico in poche mani oligarchiche sono fatalmente destinati a relazionarsi
fra loro in piccole realtà da lui definite catacombe. Il riferimento, forse
beneagurante ma anche no, alla cristianità delle origini mi pare evidente. C’è
molto di vero in questa opinione. In particolare osservo che perfino sulla rete
è più facile far passare e far visionare a migliaia di utenti fumetti, disegni
e fotografie più o meno pornografiche o di argomento fantastico che non un
disegno o una foto di denuncia sociale, civile, morale, politica. Una foto, un
fumetto, o un disegno che hanno come temi l’erotismo, la guerra, la violenza,
la ricchezza, la pornografia passano più facilmente di un manifesto di denuncia
delle povertà nelle società sedicenti ricche, dei disastri di una civiltà
industriale, delle nuove guerre, dei nuovi orrori tecnologici e di antichi atti
di barbarie. A questo va sommato la facilità con cui sulla rete viene premiato
l’eccesso verbale, il discorso fantastico, eccitato, violento. Capita così che
passi spesso nei commenti ai blog il discorso esaltato, verbalmente violento o
risentito, la presa in giro. Noto che spesso anche per effetto dei molti troll
presenti nei forum che sposano una causa o che commentano solo per accendere la
rissa virtuale non c’è trasformazione benefica, chi scrive rimane sulle sue
posizioni, qualche volta riceve delle informazioni di carattere tecnico o
quantitativo su questo o quell’argomento. Il dibattito costruttivo e razionale o
sui blog che commentano articoli importanti di politica, guerra e costume si
trasforma spesso in rissa verbale virtuale e i diversi utenti tendono a restare
sulle proprie posizioni e certezze. Lo sfogo rabbioso e risentito,
l’affermazione di sé attraverso frasi ad effetto o dichiarazioni che vanno dal
monumentale al meschino mi sembrano le
tendenze ordinarie del dibattere virtuale. In effetti questo rafforza in me
l’idea che ho trovato nell’introduzione al libro di De Benoist ossia che il
dibattere per costruire, per capire, per organizzare qualcosa di buono si svolga
all’interno di gruppi che fatalmente si restringono e si limitano per numero.
Successivamente i gruppi, i sodalizi, le associazioni dovrebbero collegarsi fra
loro per creare cose più alte e difficili. Ma questo non so quante volte e come
possa aver luogo. Sopra queste belle parole pende la considerazione già citata
di Giaccio: ”Nessuno concederà ma degli spazi che non siano residuali a quanti
si prefiggono di scalzare e abbattere lo status quo. Niente tribune mediatiche
o vaste platee televisive e nessun accesso ai luoghi in cui si prendono le
decisioni che determineranno il nostro futuro. Solo catacombe. Inutile
lamentarsene, perché è nella logica delle cose. Ciò è fuori dalla nostra
portata, almeno per ora, e presumibilmente ancora per molto tempo. Tutto il
resto- il lavorio su noi stessi per acquisire uno sguardo sempre più penetrante
e lucido sulla realtà, la costruzione di isole di resistenza, l’edificazione
tra esse di ponti, collegamenti e reti – dipende esclusivamente da noi…” (
dall’introduzione al libro: Alain De Benoist, Sull’orlo del baratro, il fallimento annunciato del sistema denaro,
ARIANNA Editrice, Bologna, 2012.)
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