6 agosto 2010
Prime note di sopravvivenza
De
Reditu Suo - Terzo Libro
Prime
note di sopravvivenza
Ora devo scrivere qualcosa di
costruttivo intorno a questa realtà, parlare di come sopravvivere al male di
vivere e alla follia di questi tempi scelleratissimi e dissoluti. Per prima
cosa è bene saper coltivare qualche sano sentimento passando anche dal vedere
come è piccolo il Belpaese se messo a confronto con le grandi civiltà del pianeta
e le loro politiche imperiali. Come
secondo avviso è bene considerare che nel mondo umano e in generale sul pianeta
azzurro nulla rimane uguale a se stesso. Una terza considerazione ovvia è che le genti del Belpaese che vivono la loro libertà democratica con lo stesso spirito e disposizione d’animo
dei padri dei loro bis-nonni che vivevano sotto regimi dispotici stranieri o
domestici possono ancora sperare. Finirà questo finto “Occidente” e questa
sottomissione della penisola e delle sue genti alle ragioni geopolitiche ed
economiche degli stranieri; la cosa è palese se si pensa alla vicenda di un
Euro che pare fatto e disfatto a seconda delle esigenze francesi, inglesi,
germaniche, statunitensi ma non certo di quelle italiane. Non dico che la
moneta unica è male, però sostengo che l’Italia che ha sessanta milioni di
umani e un debito pubblico enorme conta troppo poco in Europa come nel mondo. I
legittimi interessi delle nostre genti alla felicità e al benessere si piegano
davanti alle scelte di chi ha il potere economico, politico, diplomatico. Per
questo le genti nostre si sentono sotto un perenne regime non loro, si
comportano come se fosse rimasto in Italia qualcosa degli eserciti stranieri
che nel corso dei secoli hanno occupato la Penisola, come se l’esecutivo al
potere fosse sempre quello dei vicerè spagnoli o dei governatori francesi o dei
generali austriaci. Questo sentimento poggia su qualcosa di vero perché la NATO
è costituita da tanta parte di quelle genti che nel corso dei secoli hanno
fatto e disfatto il Belpaese; gli ultimi in ordine di tempo sono stati gli
statunitensi. Occorre però fare un distinzione fra gli statunitensi e gli altri
invasori in quanto occorre precisare che la loro venuta è dovuta alla
dichiarazione di guerra che il Regno d’Italia il 9 dicembre 1941 per bocca di
Mussolini ha presentato al governo USA. L’Italia di allora ha dichiarato guerra
agli Stati Uniti e giustamente gli offesi dopo aver conquistato metro per metro
la penisola hanno cercato di far costruire alle genti nostre un Belpaese non più ostile al loro modello di
vita e di dominio globale. Quindi
per cominciare a respirare spiritualmente e comprendere la possibilità della
rigenerazione di una civiltà italiana consiglio uno studio della storia
personale, intimo e privato fondato su una ricerca personale su più testi e autori, si tratta di
capire da sé qualcosa del passato per intravedere un pezzettino di futuro.
Perché il futuro possibile è di tutti e
di ognuno, oppure sarà nulla.
IANA per FuturoIeri
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