15 luglio 2010
Una traduzione di Franco Allegri sulla Riforma sanitaria in USA
15 Lug, 2010
QUELLO CHE IL PRESIDENTE NON DISSE

QUELLO CHE IL PRESIDENTE
NON DISSE
Il gentiluomo dell’Ohio
L’ultimo difensore della sanità (come chiarisce nella conversazione con
Esquire.com prima del voto di domenica) rivela i momenti personali
dietro la sua decisione e come il destino di una nazione, se non di una
presidenza, poteva girare molto diversamente se avesse detto “no”.
Di Dennis Kucinich –
intervistato da M. Warren
Domenica, 21 Marzo 2010
Da Esquire.com – 22 Marzo 2010, 2:35 pm
L’incontro che ebbe luogo sull’Air Force
One fu il quarto di una serie di incontri che ho ottenuto con il
presidente in questi ultimi pochi mesi. Ci fu un incontro il 4 Marzo
quando il presidente chiamò nove membri nella Sala Roosevelt alla Casa
Bianca e otto di loro avevano votato per la legge quando essa passò alla
House l’ultima volta. Ero l’unico che aveva votato contro la legge.
Ringraziai il presidente per avermi invitato anche se io ero un voto
contrario.
E in un incontro durato più di un’ora, il presidente coprì una parte del
territorio del territorio che pensava importante da considerare.
Sedetti tranquillamente e ascoltai con attenzione e presi alcuni
appunti. E alla fine dell’incontro, voi lo sapete,
ci salutammo e io me ne andai.
Quando arrivai a casa quella sera – 4 Marzo – avevo ancora questo senso
profondo di compassione per il presidente, per come lottava per cercare
di far approvare la legge.
Ed era molto chiaro per me che c’era molto sul tema qui – che non aveva
detto.
Stavo proprio pensando allo scopo della storia America e qui c’è un
presidente che cerca di fare qualcosa, anche se non sono d’accordo con
lui.
Dissi a mia moglie: “Tu sai che quasi quasi penso male della sua
situazione. E’ davvero una situazione dura – la sua presidenza è in
bilico”.
Ed ebbi un senso di tristezza per quello che lui stava lottando.
Mantenni ancora la mia posizione, andai ancora ai dibattiti, intervenni
agli incontri, parlai contro la legge perché non aveva un’opzione
pubblica, non aveva un’apertura per gli stati favorevoli a un modo
libero di single-payer.
Ma allo stesso tempo io quasi quasi ricordo il sentimento che ebbi nel
guardarlo mentre si occupava di questo e, voi sapete, cercava di fare
quello che riteneva migliore per la nazione.
Ora tenete qualcosa in mente sulla mia relazione con il Presidente
Obama: lui ed io abbiamo fatto la campagna insieme.
Un incontro con il presidente è sempre importante – lui ed io ci siamo
visti dozzine di volte, durante la campagna e da quando è presidente –
ci siamo incontrati tante volte.
Quattro o cinque volte sulla tutela sanitaria.
Perciò la relazione che ho con lui è abbastanza differente da quella con
gli altri membri che non erano sulla pista della campagna con lui e che
non hanno sviluppato una relazione con lui diversa da quella che i
membri del Congresso di solito hanno con il presidente.
Perciò io guardavo davvero all’uomo Barack Obama e pensavo alla sua
presidenza.
Ho avuto differenze di opinione con lui su molte questioni.
Ma so che questo è un momento fondamentale per l’America e per la sua
presidenza. E’ pure un momento fondamentale per la storia Americana.
Certo, io portai quella consapevolezza con me nel successivo incontro
che avvenne sull’Air Force One il quindici di Marzo.
Lo scorso Lunedì. Molte cose erano accadute in solo una settimana, ma
durante quel tempo, c’era stata molta speculazione.
Avevo fatto molte interviste attaccando la legge per i suoi difetti ben
pubblicizzati e non stavo cedendo.
Dopo ci incontrammo sull’Air Force One, io non dissi al presidente che
“Guarda, io sto cambiando la mia posizione – eccomi”.
Non facemmo quella discussione.
La mia decisione arrivò il martedì mattina.
C’è un posto dove vado a Capitol, proprio per cercare di riflettere –
prima di prendere decisioni molto importanti.
E’ nella rotonda – proprio vicino alla statua di Lincoln. C’è giusto una
panchina.
E io andai su quella Martedì mattina presto, quasi alle sette del
mattino quando il sole stava proprio sorgendo e nessun altro era in giro
– non c’era un suono a Capital in quel momento del mattino.
E così mi sedetti là in un posto quieto e pensai a questa decisione.
E quello è davvero dove feci il mio pensiero che, malgrado tutto ciò che
era nella legge e non mi piaceva avevo l’alta responsabilità verso i
miei elettori, la nazione, il mio presidente e la sua presidenza di fare
un passo avanti e dire: “Dobbiamo passare questa legge. E dobbiamo
usarla come un’apertura verso uno sforzo rinnovato per un approccio più
comprensivo per la riforma della tutela sanitaria”.
Anche il capo gruppo ed io avemmo molte discussioni sulla legge.
E io parlai con lei brevemente Lunedì notte e le dissi che stavo
pensando agli appelli che lei mi aveva fatto.
E lei disse: “Oh, Dennis, tu lo sai, spero proprio che tu sarai con noi
su questo. Questo è così importante”. Ed io dissi: “Bene io sto facendo
qualche pensiero su quelle che sono state le vostre considerazioni,
Signora Portavoce”.
E Lunedì notte, io parlai con mia moglie Elizabeth – a casa, era tardi.
Elizabeth mi chiese come era andata la giornata. E io le risposi. Dissi:
“Tu lo sai sto facendo su questo molto pensiero”.
Chiesi: “Che cosa penseresti se io decidessi di supportare questa?”
E lei disse: “Guarda, ti sosterrò – qualsiasi decisione tu prenda, starò
dietro di te”.
E fu importante per me parlare con lei perché, voi lo sapete, le spose
vivono con le decisioni che prendono i membri del Congresso.
M’interessa, avevo avuto l’occasione di chiedere l’opinione di Elizabeth
e se lei sostiene qualcosa con forza, sono pronto ad essere persuaso.
Quello è proprio ciò che accade quando voi avete una compagna.
Perciò chiesi cosa lei pensasse e poi mi alzai il mattino e mi diressi
dritto verso Capitol proprio per meditare su tutte le discussioni che
avevo avuto – con il presidente, con il Portavoce Pelosi, con mia moglie
e i miei elettori.
E poi dopo essere stato nella rotonda per quasi quindici minuti, me ne
andai e venni nel mio ufficio. Quel pomeriggio, ebbi un incontro con il
mio staff, e dissi loro che ero deciso a votare a favore della legge.
Ma non ebbi discussioni con nessuno.
E non lo notificai alla Casa Bianca – la Casa Bianca seppe di questo
quando lo annunciai dalla sala stampa.
Perché pensavo proprio che questa doveva essere una decisione che
prendevo da solo, senza adulazioni o altro. Volevo anche che la gente
alla Casa Bianca sapesse che questa decisione arrivava alla fine dalla
mia personale buona volontà per dare attenzione alle ansie che il
presidente, il Portavoce e altri mi avevano espresso. Questa era una
scelta particolarmente dura perché il modello dell’assicurazione privata
è qualcosa che io non supporto.
Come avevo detto prima, non ritiro nessuna delle critiche che avevo
fatto a questa legge.
Questa è una riforma nel contesto di un sistema di profitto. E il
sistema di profitto è stato abbastanza predatorio – esso guadagna per
non fornire assistenza sanitaria.
Ora, le riforme in questa legge potrebbe dare qualche ostacolo a
quell’impulso.
Ma nulla di più, ho il mio lavoro da preparare per continuare lo sforzo
verso un approccio più ampio verso la riforma sanitaria che dovrebbe
includere l’attenzione alla dieta, alla nutrizione, alla medicina
complementare alternativa e dare potere agli stati che si muovono verso
il single-payer.
Quando si analizza la legge appena approvata, è duro usare termini come
buona o cattiva.
Perché ultimamente quello che era decisivo per me non era la legge, ma
piuttosto il potenziale per creare un’apertura per un approccio più
comprensivo verso la riforma sanitaria.
Se la legge fosse stata battuta, questa intera discussione sul nulla ci
farebbe sperare di proporre una tutela sanitaria in futuro realizzabile
in questa generazione.
Abbiamo aspettato sedici ani dopo la morte del piano Clinton per
arrivare a questo momento.
E i tormenti che i membri hanno su tale legge – la temperatura che sale
nel corpo politico per questa legge, le sue caratterizzazioni nel
dibattito che è stato abbastanza distorto – tutte quelle cose
parlerebbero contro il portare avanti un’altra legge di tutela sanitaria
nel prossimo futuro se questa legge fosse rigettata.
Bene io devo considerare quello. Devo prendermi la responsabilità per
quello.
Qualcuno sui media ha detto che mi preparavo ad essere il Ralph Nader
della riforma sanitaria.
Se con il Ralph Nader della riforma sanitaria qualcuno intende uno che
resiste ai responsabili delle corporazioni truffatrici, allora quello è
un complimento.
Se essi si riferissero alla corsa presidenziale del 2000, penso che
quelli che erano più vicini alla campagna di Gore realizzano come quella
campagna fu persa per mille ferite.
E per cercare di mettere tutto ciò su quello che Ralph Nader è, voi
ricordate il colpo storico.
Ma la sintesi di tale argomento era questa, la gente mi chiedeva:
“Dennis, tu stai aiutando a creare il momento che porta alla sconfitta
della legge”.
Quello era ciò che la gente mi diceva.
Quello era il senso del messaggio.
E: “E’ questo ciò che davvero vuoi fare?”
E certo devo considerarlo, quando il voto è chiuso e in ogni modo la
sfida finale arriva; se la legge fosse passata per un voto o cinque voti
o più, la questione del momento sarebbe un qualcosa che ognuno sarebbe
interessato a tale punto.
E la gente sa che se io avessi continuato a mantenere la mia posizione
di martellamento sui difetti della legge avrei causato la sua sconfitta.
Quella è una critica legittima.
E’ un qualcosa che dovevo tenere in conto nei termine della mia
responsabilità personale per la posizione che tenni e per l’impatto che
avrebbe sui miei elettori.
Dobbiamo essere sempre aperti alla gente che potrebbe avere un’idea
diversa dalla vostra. Perché potreste imparare qualcosa.
E così quando siamo alla fine ed è apparso che io avrei avuto una
posizione centrale, ho capito che il momento mi richiedeva di guardare a
questo nei termini più ampi possibili.
Guardare a questo nei termini dell’impatto a lungo termine sui miei
elettori, dell’attuale momento storico, dell’impatto sulla nazione,
sulla presidenza Obama e anche sul presidente stesso.
Dovevo pensare a tutte queste cose.
Non potevo proprio dire, “Bene ecco la mia posizione: io sono per il
single-payer e questo non è il single payer, così farò cadere la legge”.
L’anno scorso 77 membri del Congresso dissero che se la legge non avesse
avuto un’opzione pubblica essi avrebbero votato contro essa.
E ci furono solo due membri che avevano preso quell’impegno quando era
stato votato per la prima volta alla House. Io ero uno di loro.
E l’altro non è più al Congresso.
Così di base ero l’ultimo uomo impegnato qui.
Perciò sono prevenuto verso il dibattito che si svolse a favore della
legge.
La mia critica era che questa legge fosse sigillata ermeticamente per
non aprire a un sistema no profit: nessuna competizione del pubblico con
gli assicuratori privati.
Chi protesta contro il controllo governativo racconta una barzelletta.
Voi lo sapete, quelli che asseriscono che questo è socialismo
probabilmente non sanno nulla del socialismo – o del capitalismo.
Quelle proteste fanno proprio parte di uno sforzo per distruggere la
presidenza Obama.
E, certamente, per produrre un blocco – in modo che nulla possa
accadere. Perché se questa legge fosse caduta, questo figura nel mio
calcolo – la legge cade, noi saremo bloccati.
Noi saremo diversi se passerà una legislazione valida invece di nulla.
La presidenza sarebbe indebolita, il Congresso sarebbe un posto dove la
leadership sarebbe indeterminata.
Ma si potrebbe andare più a fondo di così.
Siamo in un momento centrale nella storia americana e in contrasto a una
presidenza mutilata, devo credere che questo sforzo, tuttavia
imperfetto avrà ora un effetto positivo largo sulla società Americana e
renderà possibile molte cose che altrimenti non sarebbero state
possibili.
Una volta che questo disegno sarà legge, molti americani andranno ad
essere consapevoli di questo e chiederanno: Che c’è per me?
E quando avranno maggiore familiarità con la nuova legge, molta gente
accetterà questa legge.
Il presidente avrà una mano più forte negli affari domestici e
internazionali, e quello sarà buono per la nazione.
I Democratici saranno rinfrancati per approvare un’agenda economica la
quale attende che questa legge sia approvata.
Sbagliata o giusta, così lontana da una strategia, la Casa Bianca
investì molto in questa riforma sanitaria che ogni altra cosa doveva
aspettare.
Ora, penso che ci sia una possibilità che il partito riguadagnerà
qualche momento.
E se esso sarà, poi la gente americana avrà finalmente una possibilità
di vedere qualcosa fatta nel creare lavori, nel tenere la gente nelle
loro case, nell’aiutare le piccole imprese ad accedere al credito, che è
un problema enorme proprio ora.
E penso che il cardine qui sarebbe in un tempo molto stimolante dove la
presidenza Obama ha una possibilità di pigiare il tasto del reset.
Questa è la mia speranza, come minimo.
Questo mi pensai quando mi sedetti nella
quieta rotonda di Capitol lo scorso Martedì mattina.
Pensai a quello che poteva accadere se avessi mostrato qualche
flessibilità sul compromesso per l’amore di un progresso più ampio.
Quella fu tutta la parte del mio pensiero quando arrivai al punto e mi
diressi al podio a Capitol per annunciare la mia decisione.
E dopo che io avevo finito quello che dovevo dire e lasciato la stanza,
il presidente chiamò.
Compresi l’importanza della chiamata e lui comprese l’importanza della
decisione che io avevo preso. Ci fu la gravità del momento. C’era una
posta da gioco molto alta qui.
Misi tutto nel mio conto – ogni cosa che io speravo poteva accadere se
questa fosse passata, ogni cosa che spero accadrà.
E se quelle cose passeranno grazie al piccolo ruolo che potrei aver
giocato nell’accendere il momento allora il mio servizio al Congresso
sarà stato valido.
——
Franco Allegri è presidente dell’associazione Futuroieri e laureato in
scienze politiche e si dedica alla libera informazione politica ed
economica anche traducendo gli scritti e le lettere di Dennis Kucinich,
Michael Moore e Ralph Nader, l’avvocato e antropologo giuridico e
sociale americano. Per approfondire visita il sito
http://digilander.libero.it/amici.futuroieri e cercare il suo diario
sulla crisi. Su Facebook puoi fare amicizia con lui cercando Futuro
Ieri.
TESTO IN INGLESE
What President Obama Didn’t Say
The gentleman from Ohio
The last man standing on health care, as he put it in this conversation
with Esquire.com just before Sunday’s vote - reveals the personal
moments behind his decision, and how the fate of a nation, if not a
presidency, could have turned out a lot differently had he said “no.”
By: Dennis Kucinich- as told to Mark
Warren
Sunday, March 21, 2010
From Esquire.com - March 22, 2010, 2:35 pm
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